Scuole paritarie, suor Alfieri: verità strumentalizzata, non siamo diplomifici

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La questione delle scuole paritarie è al centro dell’attenzione politica. Il Movimento Cinque Stelle pare restio ad avallare nuovi fondi per le istituzioni scolastiche private, ma l’opposizione va all’attacco.

Tra le più combattive per quanto riguarda la questione delle scuole paritarie troviamo suor Anna Monia Alfieri: “Il cittadino medio esige chiarezza e verità sulla solita storia per la quale tutte le scuole pubbliche paritarie sono dei postifici e dei diplomifici, scuole che rilasciano titoli di studio non attendibili, alterano le graduatorie statali, hanno bilanci non verificati, regalano i titoli di studio, non pagano gli stipendi al personale”, scrive

“La verità è che si strumentalizza in modo stucchevole la questione della presenza residuale dei diplomifici per avallare un Sistema Scolastico Iniquo che alimenta le Disparità (il povero e il disabile sono condannati da punti di partenza che li segnano per sempre; la scuola non è più un ascensore sociale e senza libertà di scelta educativa non potrà mai tornare ad esserlo) e che è prigioniero dell’Ideologia”, aggiunge Alfieri.

“Le 40 mila scuole statali sono libere ma non autonome, le 12 mila scuole paritarie sono autonome ma non libere. Il Ministero, ogni anno, invia i pochi ispettori rimasti per i dovuti controlli presso le scuole pubbliche paritarie; di conseguenza ha il potere e il dovere di chiudere le scuole che sono dei diplomifici o, peggio, sfruttano i docenti non retribuendoli”.

Poi una risposta, non troppo velata a dir il vero, alla senatrice del Movimento Cinque Stelle, Bianca Laura Granato: “Se ciò non avviene, il cittadino avrà sempre modo di leggere post come quelli della senatrice Granato che, nel denunciare sui social la circostanza, identifica le scuole paritarie con presidi di illegalità. Ma non dice come mai chi controlla non chiude. A cosa serve sdegnarsi se poi non si denuncia, rendendo giustizia a quella povera docente che se ne lamenta a mezzo scritto? Nel post reso pubblico dalla Senatrice Granato (link) si evidenzia una diatriba fra una ex insegnante, che denuncia uno sfruttamento economico e lavorativo da parte di una scuola paritaria, e il suo gestore. Ma in questo caso a chi sarebbe ascritto il reato? La Signora potrebbe benissimo far causa alla scuola ma certamente si tratterebbe di una questione giuslavoristica e non certo penale”.

E poi: “L’Italia è un Paese di diritto perché garantisce i diritti che riconosce; si ritorni allora a parlare nella sede preposta, il Parlamento, e non nelle ville; a discutere nelle aule della Democrazia (le due Camere) e non negli studi televisivi; a denunciare alle autorità competenti e non sui social. Si faccia percorrendo le vie legali che non solo garantiscono la giustizia ma migliorano la società. Se si hanno dubbi su questa procedura, conviene rinunciare alla cittadinanza italiana. Il resto è demagogia, che davvero sta togliendo la pelle di dosso ai cittadini”.

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