Ritorno a scuola, Ascani: didattica online non è soluzione, fondi europei per rilancio [VIDEO]

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La vice ministra dell’Istruzione, Anna Ascani, commenta su Facebook le linee guida emanate la scorsa settimana dal governo in merito alla riapertura delle scuole prevista per settembre. 

https://www.facebook.com/AnnaAscaniPD/videos/3193006980758585

Le parole della vice ministra dell’Istruzione, Anna Ascani: “A scuola dobbiamo tornare a fare didattica in presenza, in piena sicurezza, ma in presenza. Ai nostri studenti daremo la possibilità di tornare a scuola, il 14 settembre, in sicurezza e in piena sicurezza. Si è molto polemizzato, non sempre a ragione, sull’autonomia data ai dirigenti scolastici. Io direi che ogni scuola è diversa e dare la responsabilità ai presidi non significa fare uno scaricabarile. Nei prossimi mesi arriveranno tanti fondi europei, io chiedo che ci sia attenzione per la scuola perché sono necessari investimenti per migliorare il settore e creare un nuovo modello di sviluppo con una scuola forte e moderna con un personale docente pronto e formato adeguatamente”.

Sull’edilizia scolastica, Ascani afferma: “Abbiamo già censito altri 3mila edifici scolastici che sono in sicurezza ma che non vengono utilizzati e possono essere utilizzati come edifici alternativi per accogliere quegli studenti che non dovessero riuscire a entrare nei propri edifici di riferimento. Abbiamo chiesto a Comuni e Province di censire altri edifici che possono essere utilizzati con questo tipo di finalità. C’è un grande lavoro di squadra: daremo a tutti i nostri studenti la possibilità di tornare a scuola dal 14 settembre in presenza e in sicurezza”.

“Siamo riusciti a costruire uno strumento informatico che diventerà importantissimo perché raccoglie i dati delle anagrafi regionali che sono stati costruiti dai Comuni e che ci dicono quanto sono grandi le aule dei nostri 40mila edifici scolastici. Li abbiamo quasi tutti. Siamo in grado di incrociare questi dati con gli iscritti delle singole scuole e di vedere apparire in rosso le scuole dove ci sono criticità per quanto riguarda il distanziamento di un metro da testa a testa. A un primo sguardo le criticità sono concentrate soprattutto nelle scuole superiori dei grandi centri. Direi circa un 20% di queste scuole”.

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