Universitari: anche quest’anno corsi con test d’ingresso, superare numero chiuso

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UDU – Il 26 giugno 2020 è stato pubblicato il numero dei posti messi a bando per i corsi di laurea ad accesso programmato nazionale per l’anno accademico 2020/2021.

“Diversi sono stati gli studi che nelle recenti settimane hanno evidenziato un concreto rischio di un crollo delle immatricolazioni per il prossimo anno accademico, a causa delle ricadute del coronavirus sulle famiglie italiane – dichiara Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari – Siamo inoltre il paese con un numero di laureati di gran lunga inferiore alla media OCSE e il paese d’Europa che investe meno in Diritto allo Studio e nella formazione dei suoi giovani, eppure piuttosto che inversioni di rotta ed investimenti continuiamo a vedere Numero Chiuso e Test d’Accesso.”

Continua Gulluni: “Anche quest’anno decine di migliaia di studenti saranno costretti ad affrontare la lotteria dei Test d’accesso per i corsi a numero programmato nazionale. Inspiegabilmente tutto questo continua ad accadere anche in quei corsi in cui da anni il numero di partecipanti al Test e assolutamente paragonabile o addirittura inferiore al numero dei posti messi a bando, come Architettura e Formazione Primaria, in cui il Test è solo una formalità che tuttavia rappresenta una spesa ulteriore per i partecipanti”.

“Per quanto riguarda il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia sono stati banditi circa 13500 posti (2000 in più rispetto all’anno precedente) – spiega Gulluni – Riteniamo che questo aumento dei posti sia un chiaro segnale di come negli scorsi anni si sia sottodimensionato il numero dei posti messi a bando, probabilmente a causa di un calcolo a ribasso dei fabbisogni del Servizio Sanitario Nazionale, che a nostro avviso meritano comunque una revisione verso la direzione della coerenza con le esigenze di salute del territorio.”

“Per tutte queste ragioni oggi ribadiamo la necessità di superare il numero chiuso – conclude Gulluni – Chiediamo l’immediata abolizione del numero programmato nazionale per i corsi in Architettura e Formazione Primaria. Chiediamo invece un piano strutturato di riforma della filiera formativa della formazione medica che parta nell’immediato dalla revisione dei fabbisogni e dalla risoluzione dell’imbuto formativo per l’accesso alle scuole di specializzazione medica, per arrivare nel medio periodo all’adeguamento del numero di borse di specializzazione al numero di laureati nell’area medica dell’anno precedente, e che possa superare anche la programmazione per Medicina e Odontoiatria, prevedendo nel frattempo l’introduzione di un modello transitorio, che abbia l’obiettivo di arrivare alla totale apertura dei corsi dell’area medica con delle tempistiche chiare e con finanziamenti congrui alle peculiarità formative e didattica di tali corsi di studio, poiché soltanto così si può garantire il completamento della formazione dei giovani medici.”

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