Rientro a scuola: non solo test sierologici, si propone il ripristino del medico scolastico

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A settembre, con la riapertura delle scuole, ritorna la figura del medico scolastico?

Per la riapertura delle scuole il prossimo 14 settembre – spiega Mario Rusconi (Anp Lazio) all’Adnkronos – il Ministero dell’Istruzione sta ipotizzando diverse misure da predisporre. Tra i diversi temi da affrontare anche quello sanitario e in questo senso risultano molto utili gli accorgimenti e i consigli del Comitato Tecnico Scientifico dello scorso 26 giugno e, in questo momento torna urgente riaprire la questione del ripristino del medico scolastico e dell’équipe psicopedagogica delle scuole”. “Il presidio igienico-sanitario -ricorda Rusconi -, eliminato da oltre vent’anni, svolgeva un’importante funzione diagnostico-preventiva in tutte le scuole attraverso, ad esempio, costanti controlli della vista, delle infezioni batteriche e virali, delle vaccinazioni e più in generale dello stato di salute complessivo degli studenti“. E oggi reintrodurre tale figura “si rivelerebbe fondamentale per una corretta gestione delle profilassi antivirus che dovranno essere messe in atto per evitare i contagi“.

A porre l’attenzione sulla stretta collaborazione tra sanità e scuola per la riapertura delle scuole a settembre è stato lo stesso ministro della salute Roberto Speranza, che in un’intervista a Repubblica ha evidenziato: “La mia proposta è di ricostruire un rapporto organico tra scuola e sanità: recuperiamo il senso di una norma del 1961 che introduceva la medicina scolastica, superata negli anni ’90. Ho proposto alle Regioni che questo modello venga ripristinato“. Il ministro ha inoltre promesso un monitoraggio costante su docenti, Ata e studenti attraverso test sierologici e molecolari.

La Regione Lazio ha iniziato a muoversi a tal proposito e, nella seduta straordinaria sul tema “Interventi per l’edilizia scolastica e misure da adottare per l’apertura del nuovo anno scolastico 2020-2021 a fronte dell’emergenza coronavirus”, richiesta dai presidenti di vari gruppi consiliari, prima firmataria Roberta Lombardi (M5s), del 30 giugno scorso, ha approvato l’ordine del giorno che prevede, fra le altre cose, il ripristino della figura del medico scolastico.

L’Ufficio scolastico per l’Emilia Romagna ha diffuso recentemente una nota, nella quale si è posta la necessità di nominare un medico competente per i nuovi rischi dovuti al Covid di docenti, Ata e studenti. D’altra parte, spiega la nota 8724 del 19 giugno, il D.lgs. 9 aprile 2008 n. 811, all’art. 18, obbliga il datore di lavoro, qualora i lavoratori risultino esposti a rischio, a nominare il medico competente. Pertanto, scrive l’Usr, in ragione dell’attuale contingenza, ove qualche Istituzione scolastica non avesse ancora provveduto, dovrà con ogni urgenza provvedere in tal senso.

Nell’incontro tra sindacati, ministero e Comitato scientifico, per la preparazione del protocollo di sicurezza per il ritorno a scuola a settembre, l’Anp e la Flc Cgil hanno evidenziato il bisogno di un presidio sanitario in ogni scuola. La Flc Cgil in particolare ha chiesto chiarezza circa l’autorità medica competente a certificare la condizione di “fragilità” dei lavoratori e l’obbligatorietà o meno della figura del medico competente.

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