Il 10 luglio 1976 viene ucciso il giudice Vittorio Occorsio: una proposta didattica del CNDDU

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Comunicato CNDDU – Il 10 luglio 1976 veniva assassinato, proprio mentre si recava al lavoro con la sua Fiat 125 special, il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Vittorio Occorsio;

trentadue colpi di mitra sparati dal neofascista Pierluigi Concutelli, appartenente al Movimento Politico Ordine Nuovo e alla loggia Camea (tessera n 4070) ne hanno fermato l’operato. Il magistrato aveva colto, attraverso le sue indagini, lo stretto legame esistente tra massoneria (loggia massonica segreta P2), sequestri e apparati deviati del Sifar; si era, inoltre, occupato del processo della strage di Piazza Fontana.

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende soffersi sull’importanza di tale figura nella società attuale, in quanto sulla medaglia d’oro al valor civile conferitagli post mortem si legge: “Si distingueva per l’eccezionale coraggio nella sua attività di Pubblico Ministero, rappresentando l’espressione vivente del fondamentale principio secondo il quale il giudice è soggetto soltanto alla Legge, principio che Egli, come magistrato, applicava con assoluta imparzialità a garanzia delle istituzioni democratiche. Cadeva vittima di un vile attentato con cui, nell’Uomo, si è voluto deliberatamente colpire la stessa funzione giurisdizionale che non conosce altro indirizzo politico che quello fissato dalla Costituzione. Roma, 10 luglio 1976.”
Alla moralità, all’intransigenza, alla dedizione nei confronti della democrazia, qualità che animavano Occorsio e uomini come lui, dobbiamo tutti noi moltissimo. È difficile immaginare cosa sarebbe successo se alcuni fedeli servitori dello Stato non si fossero opposti, spesso operando in desolata solitudine, a macchinazioni complesse e spaventose, il cui obiettivo era sicuramente sovvertire la compagine statale.

Personaggi del calibro di Occorsio insegnano che alcuni ruoli all’interno della società sono basilari per garantirne l’assetto e la legalità; molte volte invece si assiste a campagne denigratorie che sminuiscono alcune professioni per intaccarne la credibilità: magistrati, docenti, medici, etc. Una “mala educazione” produce ignoranza, sfiducia, manipolazione e lassismo. La scuola ha il dovere di preservare il ricordo e l’esempio dei grandi onde respingere eventuali attacchi sferrati al cuore delle istituzioni proprio quando i giovani smarriscono la propria consapevolezza civica.

Il CNDDU ritiene fondamentale sperimentare all’interno dell’insegnamento dell’Educazione civica rivolta alle scuole secondarie di II grado, attraverso gruppi di studio, un’analisi approfondita relativa ai periodi storici in questione attraverso la metodologia del debate e del role playing con l’intento di far conoscere personaggi ed episodi fondamentali del nostro Paese.

“Nella nostra Repubblica democratica non c’è posto per chi vuole riportarci al fascismo. I Movimenti del tipo di Ordine Nuovo devono essere messi fuorilegge. D’altro canto gli stessi dirigenti di questa organizzazione sapevano di essersi messi contro la legge; non si spiegherebbe diversamente il motivo per cui hanno agito in clandestinità…. Possiamo ammettere che il regime democratico venga criticato ma non possiamo consentire che vive un partito che vuole abbattere la democrazia. La violenza che fu tipica del fascismo è stata ripresa da Ordine Nuovo come metodo di lotta politica e abbiamo episodi di teppismo, di pestaggi e di devastazioni come risulta dai rapporti della polizia.” (Vittorio Occorsio)

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