Coronavirus, Ippolito (direttore Spallanzani): letalità del virus sta diminuendo
“La sanità pubblica ha fatto miracoli ma è mancata la catena di comando”. A sottolinearlo è Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.
“In Italia l’incidenza dei casi positivi è dì 5 casi per 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni. Negli Stati Uniti e in Brasile questo valore è intorno a 250, cinquanta volte superiore, in Svezia più di 70. Tra i Paesi a noi più vicini la Svizzera è a 15, l’Austria a 14, Francia e Belgio a 11, la Germania a 6. I sacrifici che abbiamo fatto sono serviti, e soprattutto serve mantenere alta l’attenzione con le poche e semplici misure che ormai conosciamo benissimo perché, non dimentichiamolo, questo virus è come una sigaretta accesa buttata su un letto di foglie secche durante la siccità estiva: ci vuole pochissimo a far scoppiare nuovamente l’incendio”.
La curva dei casi sta scendendo, si può pensare che il virus possa essere tenuto sotto controllo, fino all’arrivo del vaccino?
“Non abbiamo alternative. Le cosiddette misure non farmacologiche – ricorda – igiene delle mani, distanziamento, uso della mascherina devono diventare la nostra normalità almeno sino a quando non ci sarà il vaccino o un farmaco con una percentuale di efficacia superiore a quelli che abbiamo sperimentato sino ad oggi. Va anche detto, però, che il tasso di letalità sta diminuendo, un po’ perché si sta abbassando l’età media degli infettati, nell’ultimo mese in Italia siamo a 46 anni, ma molto anche perché i nostri medici conoscono meglio la malattia e sono in grado di intervenire più tempestivamente. E migliorata inoltre la capacità complessiva del sistema di testare e tracciare i casi e intervenire prima”.