Ritorno in classe, Azzolina alla Camera: “Polemiche pretestuose su banchi singoli e laureandi in cattedra” [VIDEO]

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Mezzogiorno di fuoco alla Camera dei Deputati. Si è tenuta l’informativa urgente della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sulle iniziative di competenza per l’apertura dell’anno scolastico in relazione alla situazione epidemiologica da Covid-19.

La ministra è chiamata a fare chiarezza a meno di due mesi dalla partenza dell’anno scolastico, fissata per il 14 settembre. Tanti i nodi ancora da sciogliere per un rientro in piena sicurezza. Gli istituti dovranno riorganizzare spazi, orari, lezioni e personale scolastico.

Stato di emergenza verso la proroga al 31 ottobre: cosa cambia per la scuola

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Le parole della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina

“Massimo impegno per garantire il diritto allo studio e alla salute per studentesse e studenti e per tutto il personale scolastico. Tutto il governo è unito per raggiungere l’obiettivo. Serve il massimo sforzo per tutti. Il tema della ripartenza in classe deve essere affrontato con la massima serietà. Ci vogliamo comportamenti in linea con quanto previsto dalle autorità. La scuola ripartirà a settembre, lo dico con chiarezza. Siamo convinti della scelta fatta a marzo, l’abbiamo fatto nell’interesse esclusivo dei cittadini. Già a giugno, con gli Esami di Stato, abbiamo portato mezzo milione di persone a scuola. Per alcune realtà locali, martoriate dal COVID-19, lo svolgimento degli Esami di Stato ha rappresentato, per certi versi, una vera e propria prova generale di “ritorno alla quotidianità. I fatti dimostrano che quella scelta ha prodotto i risultati sperati”.

E poi: “L’obiettivo di settembre è impegnativo. Lavoriamo alla ripartenza con spirito di servizio, con un importante sforzo organizzativo e anche con una visione che prova a guardare oltre l’emergenza cercando di generare, dalla risposta alla crisi, anche delle opportunità di miglioramento e sviluppo. A partire dal rilancio degli investimenti per l’Istruzione”.

Ancora: “I bambini di età inferiore ai sei anni hanno esigenze del tutto particolari, legate alla corporeità ed al movimento; il curricolo si basa fortemente sull’accoglienza, la relazione di cura, la vicinanza fisica e il contatto, lo scambio e la condivisione di esperienze. La prossima riapertura richiederà perciò l’adozione di misure particolarmente attente alla garanzia del rispetto non solo delle prescrizioni sanitarie, ma anche della qualità pedagogica delle relazioni. Un’attenzione particolare è riservata ai bambini e alle bambine che per la prima volta risultano iscritti, prevedendo per essi e per i genitori momenti dedicati di ascolto e di primo ambientamento”.

Poi: “Nel documento per la pianificazione della ripresa delle attività scolastiche, educative e formative è stata prevista l’adozione di specifiche Linee Guida per l’utilizzo della didattica digitale integrata, proprio perché sia chiara la sua funzione precipua di integrare e non già sostituire il percorso di apprendimento, quale ulteriore potente strumento metodologico e didattico, in via ordinaria e straordinaria. Si tratta di un documento già pronto che sarà condiviso con le forze sociali e il Consiglio superiore della Pubblica istruzione e diffuso nei prossimi giorni”.

E sui banchi: “In questo filone si inserisce anche la gara per i banchi di cui si sta occupando il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19. Si tratta di banchi monoposto di tipo tradizionale e di tipo innovativo. Lo stesso Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute, nel documento del 28 maggio, ha suggerito l’uso di sedute monoposto per favorire il distanziamento. In queste settimane abbiamo chiesto a tutti i dirigenti scolastici di fornirci con precisione dati certi rispetto al fabbisogno di arredi di ciascuna scuola. Non abbiamo imposto una sola tipologia di banco, come ho letto da più parti, ma semplicemente lo Stato, per la prima volta, si è preso la responsabilità di sostenere le scuole aiutandole a rinnovare gli arredi. Ci hanno risposto 8.008 istituzioni scolastiche sulle 8.390 esistenti. Praticamente tutte. Gli istituti ci hanno chiesto 2,4 milioni di banchi. Oltre 750mila sono per la scuola primaria, dunque, necessariamente, banchi di tipo tradizionale, più adatti per i piccoli. Mentre 1,7 milioni sono stati i banchi richiesti per le secondarie, di cui oltre uno su quattro di tipo innovativo. L’alta richiesta delle scuole dimostra che di questi arredi c’era bisogno. E da tempo. Lo Stato finalmente interviene. Ho letto diverse corbellerie in questi giorni. Numeri e cifre dati a caso, anche rispetto ai costi. Ho letto che il Governo sta sprecando denaro sulla scuola. Permettetemi di esprimere tutto il mio biasimo e di invitare tutti ad attenersi solo ad informazioni certe e verificate. Consentitemi altresì una ulteriore considerazione. Io credo che ogni singolo euro speso per la scuola non sia perduto ma costituisca, invece, un investimento. Un investimento per il futuro dell’Italia. Arredi compresi”.

Sulle classi pollaio: “Lavoreremo per la riduzione del numero di alunni per classe. Basta con le classi sovraffollate, volgarmente dette classi pollaio. Dovrà essere varato un piano di formazione del personale scolastico in grado di assicurare qualità e innovazione”.

Sui concorsi: “Abbiamo bandito 78mila posti per assumere nuovi insegnanti. Li espleteremo al più presto per riattivare una macchina concorsuale ferma da troppo tempo, con grave danno per la scuola, che senza concorsi non ha tutti gli insegnanti di cui ha bisogno. Concorsi che valorizzano l’esperienza dei docenti con più annualità di servizio alle spalle, e che, al contempo, permettono ai giovani che vogliono cominciare a insegnare e che da diversi anni attendono queste procedure di cimentarsi e ottenere l’agognato ruolo. Abbiamo voluto concorsi selettivi, come impone la Costituzione, diversificati, certo, per dare a chi ha anni di insegnamento alle spalle il giusto riconoscimento del percorso fatto, ma seri. Lo abbiamo fatto per la convinzione, condivisa anche con le più alte Istituzioni dello Stato, che il dettato costituzionale e il bene della scuola esigono un passaggio concorsuale, che selezioni e consacri  alla professione più delicata e più vitale per il futuro di un Paese  persone capaci, meritevoli, con la passione per l’insegnamento. Valorizzazione delle capacità e del merito, uguaglianza, solidarietà. Sono solo alcuni dei principi espressi nella nostra Costituzione. Un testo che deve continuare a rimanere la bussola della nostra azione”.

Sui precari: “Nonostante le difficoltà e nonostante diverse posizioni strumentalmente critiche, abbiamo garantito anche la mobilità del personale scolastico, nella certezza di dovere assicurare anche quest’anno il diritto tutti, come previsto dalle norme vigenti, di ricongiungersi, dopo anni passati lontano da casa, alle loro famiglie. Abbiamo istituito le graduatorie provinciali per le supplenze, digitalizzando tutta la procedura. Anche queste agevoleranno la chiamata dei supplenti garantendo più trasparenza e rapidità. Di fatto, stiamo digitalizzando quasi 1 milione di domande. Si tratta di uno strumento che inizia a porre rimedio in via strutturale a problematiche annose per il nostro sistema d’istruzione, fra le quali la mancanza cronica di alcune tipologie di docenti soprattutto nelle aree del nord del nostro Paese, che sgrava le istituzioni scolastiche da una mole enorme di incombenze e che pone un freno alla vecchia roulette della scelta di 20 scuole. Anche su questo ci sono state molte polemiche pretestuose. Voglio fare chiarezza. Per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria i contratti a tempo determinato, perché di questo stiamo parlando, andranno prima a chi è abilitato, e dopo, in subordine, a chi si sta laureando in Scienze della formazione primaria. Si tratta della laurea che abilita all’insegnamento proprio per questo grado di scuola e durante la quale si fanno anche specifici percorsi di tirocinio. Parliamo quindi di giovani preparati, perché già in possesso delle competenze derivanti dallo svolgimento del tirocinio. Persone che comunque venivano già chiamate, tramite lo strumento della messa a disposizione. In un Paese che li ha spesso dimenticati, noi abbiamo scelto di stare dalla parte dei giovani. Giovani che hanno scelto di insegnare e che stanno studiando alacremente, secondo un percorso di studi con accesso limitato, proprio per svolgere una delle professioni più importanti che esistano. Ancora, con la procedura sinteticamente chiamata call veloce consentiremo ai docenti collocati in posizione utile nelle graduatorie concorsuali e nelle graduatorie ad esaurimento, di poter esprimere, volontariamente, l’opzione per l’immissione in ruolo in una regione diversa da quella della graduatoria di appartenenza, velocizzando la loro assunzione e andando a coprire posti che altrimenti resterebbero vuoti”.

Infine: “A settembre riporteremo tutti in classe. In sicurezza. Come Governo abbiamo già dimostrato di saper tutelare la comunità scolastica nel momento più difficile. E abbiamo già sperimentato la riapertura in sicurezza, per mezzo milione di studenti. La scuola ora chiede collaborazione. Non è il tempo delle divisioni, non può esserlo, non sulla scuola. Non ci siamo mai sottratti né ci sottrarremo al confronto con tutti: maggioranza, opposizione, forze sociali e tutti coloro che, come noi, pensando al bene della scuola puntano alla crescita solidale dell’Italia. È una sfida che nessuno di noi può immaginare di perdere”.

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