Proroga stato di emergenza, Conte: “Inevitabile, il virus circola ancora”

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“La proroga è inevitabile” sulle basi “di valutazioni squisitamente, vorrei dire meramente tecniche”. Lo dice il premier Giuseppe Conte intervenendo al Senato.

Il Cts ha segnalato che “sebbene la curva di contagi e l’impatto sul Ssn si siano notevolmente ridotti, ed è un dato che ci rinfranca, i numeri registrati dicono che il virus continua a circolare nel Paese. E la situazione internazionale resta preoccupante e ciò che accade nei Paesi a noi vicini ci impone un’attenta vigilanza”, aggiunge.

“Sono più di dieci milioni di persone che dovranno rientrare nelle scuole in massima sicurezza, obiettivo che richiede sforzo collettivo elevato, una grande sfida per il paese”, ha detto.

“La proroga dello stato di emergenza non incide sul potere di emanare decreti da parte del presidente del  Consiglio, il potere di emanare dpcm è correlato alla data del 31 luglio”.

Per Conte “qualora si adottasse la delibera di proroga non per questo il premier sarebbe autorizzato a emanare dpcm, mentre si radica nella normativa di rango primario, lo stato di emergenza non può legittimare i dpcm, se non fosse affiancata da fonte di rango primario”.

“Quel potere richiederà un nuovo decreto”, avverte Conte.

“Alla decisione di prorogare sono stati attribuiti significati di ogni tipo, fino alla volontà di preservare poteri extra ordinem,  suscettibili di alterare l’ordinaria dialettica democratica”, ricorda  il presidente del Consiglio. “E’ stata espressa anche la paradossale tesi giuridica – conclude – che sarebbe stato meglio ricorrere a  ordinanze del ministro della salute, una forma ritenuta più democratica del percorso seguito”.

Poi aggiunge: “Dobbiamo essere consapevoli che se non prorogassimo lo stato di emergenza, cesserebbero di avere effetto le ben 38 ordinanze, di cui 4 al vaglio della Ragioneria, così come i conseguenti provvedimenti attuativi. Ad esempio  decadrebbero le misure per la gestione delle strutture temporanee per l’assistenza alle persone positive, il volontariato di protezione civile, il reclutamento di personale sanitario a supporto delle regioni e dei penitenziari, il numero verde, il pagamento dilazionato delle pensioni negli uffici postali, l’attivazione del sistema Gros, che è la centrale operativa remota di soccorso sanitario per cui in mancanza di posti letto in una regione, Gros interviene per la ripartizione e il trasferimento dei pazienti in altre regioni”.

“Il dibattito pubblico è vivace” ma con la proroga dello stato di emergenza “non vi è nessuna intenzione di drammatizzare né di alimentare paure ingiustificate nella popolazione”, né un “ingiustificato stato di allarme”.

“Con tono sommesso dico che anche questo dibattito parlamentare dovrebbe attenersi ai profili tecnici giuridici della decisione perché quando un’impropria drammatizzazione del significato dell’emergenza produrrebbe un potenziale nocumento del Paese all’estero”, ha aggiunto il premier.

Stato di emergenza, la maggioranza chiederà la proroga al 15 ottobre

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