Banchi singoli, la denuncia di Assufficio: “Se vincono gli stranieri l’industria italiana dell’arredo scolastico si azzererà”

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“Al commissario Arcuri ricordo: Le gare prevedono delle condizioni e se le condizioni vengono cambiate le gare sono nulle”. Lo afferma all’Adnkronos Gianfranco Marinelli,  presidente Assufficio, Associazione nazionale che raggruppa tutte  aziende italiane produttrici di arredi scolastici commentando la  possibilità di un ricorso all’esercito per la consegna dei banchi alle scuole, annunciata dal commissario per l’emergenza Covid -19 Domenico  Arcuri ad ‘In Onda’, programma di approfondimento giornalistico su La 7. Arcuri aveva affermato: ”Si tratta di un’operazione straordinaria, forse mai messa in campo negli ultimi decenni. L’esercito ci ha già dato una mano durante i mesi più difficili, se dovessimo chiamarlo in causa anche questa volta non credo che si tirerebbe indietro”.

”Non  vorrei – controbatte Marinelli – che questa sua uscita sia dovuta al  fatto che alcune imprese straniere abbiano negato possibilità di consegna offrendo però disponibilità su lotti minimi. Allora vorrei ricordare ad Arcuri che quella era una gara che prevedeva delle condizioni che non possono essere rotte. Ci sono aziende italiane che non hanno partecipato perché prevedevano impossibile garantire la consegna. Dunque, la cosa più semplice è che la gara venga annullata”.

Il presidente di Assufficio rivela e denuncia: ”Mi chiedo perché ci hanno risposto ‘no’ quando abbiamo ipotizzato e proposto che la consegna venisse fatta nei capannoni della Protezione civile dato che il bando parla di 1.799.000 di tavoli e che per consegnarli occorrono  1500 autotreni, oltre a mezzi più piccoli per raggiungere le scuole posizionate nei luoghi di più difficile accesso o in aperta campagna. Vedremo il 12 agosto cosa diavolo succede”.

”Noi – precisa – non facciamo polemiche: in una situazione drammatica come quella attuale l’industria è ben contenta di ricevere ordini – esclama – Ma pensiamo che nessuna azienda abbia accettato le condizioni di consegna minima perché non si può correre il rischio di andare incontro a penali. Abbiamo stimolato i nostri associati a partecipare alla gara – ricorda – ben sapendo che tutti i produttori italiani non sarebbero stati in grado di ottemperare ai tempi di
consegna previsti dal bando. Conosceremo l’esito il 12 settembre: se lo aggiudicheranno gli stranieri – conclude – in un colpo si azzererà l’industria italiana dell’arredo scolastico. Ed aggiungo: se la scuola non riapre, l’Italia sprofonda”.

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