150mo anniversario della nascita di Maria Montessori. Secondo Mattarella “una storia di libertà, di intelligenza, di creatività femminile”

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Quest’anno si celebra il 150 anniversario di Maria Montessori: il 31 agosto 1870 nasceva la celebre pedagogista italiana, che ha dato il suo nome all’omonimo metodo – ormai adottato in più di 60.000 scuole italiane e non.

Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare l’importanza della sua figura: “la comunità della scuola è risorsa decisiva per il futuro della comunità nazionale, proprio in quanto veicolo insostituibile di socialità per i bambini e i ragazzi: ne comprendiamo ancor più l’importanza dopo le chiusure imposte dalla pandemia. Esempi come quello di Maria Montessori esortano ad affrontare efficacemente le responsabilità di questo momento difficile”.

Il metodo…

Il metodo Montessori, infatti, trova tuttora larga applicazione in tutto il mondo perché si basa su alcuni presupposti semplici e “sempreverdi”: la preservazione della spontaneità e libertà del bambino, la creazione di un contesto a sua misura e la sua “auto-educazione”.
Secondo il metodo, infatti, compito dei docenti non è inculcare nozioni e valori, ma far sì che siano i bambini stessi ad apprenderli da soli, grazie alla guida “invisibile” dell’adulto.
Tutti questi, oggi, sembrano dogmi o valori su cui basare la didattica quasi scontati… eppure all’epoca rappresentarono una novità a dir poco eccezionale.

…e la sua nascita

Non bisogna infatti dimenticare di contestualizzare la nascita del metodo Montessori, che vide la luce agli inizi del 1900: per la precisione, nel 1905 la pedagogista fondò la sua prima “Casa dei Bambini” – un asilo dove metteva in pratica le sue teorie pedagogiche con i bambini della periferia romana.
P pochi anni dopo, nel 1909, Montessori pubblicò il libro- manifesto del suo pensiero: “Il Metodo della pedagogia scientifica”.
In quel periodo, il bambino veniva ancora visto come un “piccolo adulto”: ciò si riversava anche e soprattutto nei metodi didattici scolastici, dove quotidianamente imperavano severità, punizioni corporali, timore reverenziale e silenzio obbligatorio.

Un seguito internazionale

È dunque facile capire, date queste premesse, il motivo della straordinarietà del suo metodo -tanto che, nel 1924, il suo successo diede vita alla Scuola Magistrale Montessori (oggi Liceo statale ‘Maria Montessori’, in Roma) e, sul territorio nazionale prima e internazionale poi, all’Opera Nazionale Montessori.
Non a caso, sempre secondo Mattarella: “il suo metodo ha varcato le frontiere e, nel suo nome, tantissime educatrici ed educatori, ragazze e ragazzi, hanno conferito alla scuola un valore di crescita nella conoscenza che, accanto al sapere letterario e scientifico, abbia lo sguardo rivolto allo sviluppo integrale della personalità degli alunni”.
Tra personaggi che hanno ricevuto un’educazione montessoriana, non a caso, si annoverano personalità di spicco come quella di Bill Gates, Garcia Marquez, Zuckerberg, Jeff Bezos e Mario Draghi.

Riferimenti pedagogici

Il pensiero di Montessori può essere considerato – a ragione – un esempio di applicazione ante litteram della psicologia costruttivista, e proprio da alcuni psicologi (come Wundt) nonché da pedagoghi (come Pestalozzi), la studiosa riprese il concetto di ”energia latente” del bambino – un’energia che che deve essere stimolata (ma non può essere generata) con strumenti didattici.
Inoltre, essendo Montessori anche una tra le prime donne italiane a laurearsi in medicina e in psichiatra, ella ha avuto modo di rifarsi anche alle teorie di alcuni medici francesi – come Itard e Séguin – che avevano già lavorato con dei “bambini selvaggi”.
È dunque chiaro come l’impronta internazionale del metodo Montessori rappresenti uno dei suoi punti di forza, e la base della sua natura universale – da cui ha origine il successo di un genio italiano a “tutto tondo”.

Un modello nelle avversità

Montessori è stata infatti un’intellettuale eclettica: scienziata, docente universitaria, filantropa e, in tutto ciò, anche femminista.
È stata infatti una donna che ha saputo sconfiggere, in un’epoca dominata dal maschilismo, gli stereotipi sull’inferiorità femminile, e lo ha fatto combattendoli con la cultura e con l’impegno sociale.

Atteggiamenti che rappresentano un modello per tutti i docenti: da qui probabilmente l’augurio di Mattarella affinché la sua figura sia d’esempio in un momento difficile, quale quello che sta vivendo la scuola italiana.

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