Ritorno in classe, così si prepara l’Europa: 9 paesi sotto esame
Sono circa 900 milioni – sul totale di 1,5 miliardi nel mondo – gli alunni e studenti il cui rientro a scuola era previsto per i mesi compresi tra agosto ed ottobre nei vari paesi.
Di fronte al rischio e alla paura di nuovi contagi da Coronavirus, le scuole dei diversi paesi mettono a punto strategie diverse, pensano a chiusure parziali in caso di necessità, o ad un insegnamento misto in presenza e a distanza, con misure che variano a seconda dei paesi e della diffusione del virus.
Ecco cosa accade in 9 paesi d’Europa
In FRANCIA a rientrare sono stati 12 milioni di alunni. L’uso della mascherina è stato reso obbligatorio per quanti hanno più di 11 anni e per tutti gli insegnanti. Il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, ha insistito al momento del rientro a scuola sul carattere ‘fondamentale’ dell’Educazione, annunciando possibili chiusure di classi o di una scuola in caso di necessità ma sempre con misure di confinamento “parziale”. La distanza dovrà essere rispettata “laddove è possibile”.
In SPAGNA, duramente colpita dal ritorno delle infezioni, per gli 8 milioni circa di studenti che stanno facendo rientro il governo ha imposto l’uso delle mascherine per chi ha più di 6 anni, la riduzione del numero di studenti per classe, il controllo della temperatura, la delimitazione di spazi in modo da evitare i raduni e la creazione di gruppi limitati di alunni che hanno contatti tra loro ma non con gli altri in modo da evitare chiusure su ampia scala in caso di singoli contagi. Obbligatoria la distanza di almeno 1,5 metri tra i banchi, un sistema di ricambio dell’aria efficace e il disinfettante per le mani. In presenza di problemi di spazio diverse scuole di Madrid hanno dovuto rinviare l’inizio dei corsi. Le scuole che dispongono di maggiori spazi, così come quelle che possono contare su più fondi, affrontano l’emergenza in modo diverso. E non pochi genitori temono il rientro in questa situazione.
In GERMANIA sono i Laender a decidere: la Baviera ha imposto l’uso delle mascherine a partire dalla scuola media, altri stati non l’hannoritenuto necessario. In Assia alcuni istituti hanno dovuto chiudere dopo la ripresa dei corsi, un mese fa.
Niente mascherine in SVEZIA, dove le lezioni sono riprese a metà agosto. Obbligatorio invece il rispetto delle distanze e l’igiene delle mani. In GRECIA la ripresa, prevista per il 7 settembre, è stata rinviata al 14 con obbligo di indossare la mascherina per gli alunni e studenti di tutte le età e classi di non oltre 17 alunni.
Mascherine – non per i più piccoli – e misurazione della temperatura oltre al divieto di raduni anche in RUSSIA, dove il presidente Putin insiste sui vantaggi dell’educazione in presenza, che non può essere sostituita da quella a distanza. Senza però negare che i corsi a distanza seguiti da 16 milioni di studenti in primavera hanno dimostrato di avere i loro vantaggi, da sfruttare in futuro.
In CROAZIA si seguiranno tre varianti, (totalmente in presenza, misto e totalmente a distanza). La SLOVENIA punta sull’igiene, con mascherine, obbligo di lavaggi frequenti delle mani, ventilazione adeguata, separazione tra le classi, consumo di merende all’interno della classe per il 265mila scolari e studenti.
In UNGHERIA i problemi di spazio negli istituti scolastici – con l’obbligo del rispetto delle distanze oltre che delle regole igieniche, ma non dell’uso delle mascherine – non permettono di escludere nel caso di una situazione di contagi allarmante, una nuova chiusura a livello scolastico e un ritorno all’insegnamento a distanza.