Emergenza sostegno, ancora tanti insegnanti non specializzati in cattedra. In ogni caso non vanno utilizzati per sostituire colleghi assenti

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Il 14 settembre la campanella suona per dare l’avvio al nuovo anno scolastico 2020/2021. Un anno anomalo all’ombra del Covid 19 che non accenna a mollare la sua presa, dal momento che il numero dei contagiati ha ripreso a salire e come ha affermato il commissario per l’emergenza Arcuri, in riferimento al personale scolastico che si è sottoposto al test sierologico, sono 13 mila, sui circa 500 mila testati, i docenti e il personale amministrativo scolastico risultati positivi al Covid.

La scuola si apre con scenari diversi, in quanto da Nord a Sud ci sono aule che sembrano non dover invidiare nulla ai modelli svedesi, sistemate in totale sicurezza, con i nuovi banchi che creano un ambiente confortevole e moderno, altre invece sono rimaste ancorate allo scorso marzo, con banchi (in attesa dell’arrivo dei nuovi) sistemati all’occorrenza anti Covid , al limite del famoso distanziamento fisico di un metro.

Emergenza su emergenza dal momento che questo è stato definito l’anno in cui si raggiungerà il record di supplenze, oltre 85 mila cattedre vacanti e con insegnanti di sostegno che mancano dovunque, si prospetta infatti che saranno circa 80 mila i docenti precari che saranno convocati per coprire cattedre prive di titolari.

Perché mancano gli insegnanti di sostegno

Anche quest’anno, proprio come un déjà vu, nelle scuole mancheranno gli insegnanti di sostegno, e la stessa ministra Azzolina qualche giorno fa ha dichiarato:” I mali del sostegno vengono da lontano: chi vive la scuola lo sa. Per risolverli servono programmazione e regole nuove sul reclutamento dei docenti. Abbiamo una carenza cronica di specialisti. Quest’anno abbiamo aumentato i posti per chi vuole specializzarsi, ma non basta. Sul sostegno serve un piano strategico e abbiamo già cominciato a lavorarci”.

In realtà oltre ai posti messi a bando dalle Università, che risultano essere sempre irrisori e non sufficienti a soddisfare il fabbisogno nazionale, c’è la mancata trasformazione in deroga delle cattedre e le esigue immissioni in ruolo sul sostegno. Appare evidente che da un simile stato di cose, inevitabilmente si infranga la continuità didattica a cui ha diritto l’alunno disabile.

Continuità didattica che andrebbe garantita a tutti gli studenti così come previsto dal decreto n. 96/2019, art.14 e che purtroppo rimane una norma scritta ma non attuata.

Altro fenomeno generato dalla mancanza di docenti di sostegno è che sovente i Presidi, per coprire le cattedre vacanti , sono costretti a convocare personale non specializzato, ma essere docenti di sostegno non significa “garantirsi l’anno di servizio”.

Chi è l’insegnante di sostegno

Al di là delle competenze possedute dal docente di sostegno che diventa tale dopo aver frequentato un Corso di Specializzazione all’Università, il suo compito è quello di prendere per mano il suo alunno e di non lasciarlo mai durante il suo percorso di apprendimento e inclusione scolastica.

La fase del lockdown dello scorso marzo ha messo alla prova tutti i docenti e ancor più i docenti di sostegno che hanno dovuto far di tutto per non perdere il contatto con il proprio alunno e la propria classe.

La sostituzione della DAD alla lezione in presenza ha stravolto quel modo solito di stare insieme. Mai come in quell’occasione, l’amore per il proprio lavoro ha sovrastato ogni azione e ogni comportamento, mettendo da parte anche le proprie paure per quanto stesse accadendo. Essere insegnanti di sostegno non è solo trasmissione delle proprie competenze e conoscenze, ma è amore, pazienza, rispetto, condivisione. L’alunno ha bisogno che la sua autostima sia alimentata sempre più così come la motivazione, e questo rappresenta il leitmotiv del processo di insegnamento del docente di sostegno.

Cosa non deve fare l’insegnante di sostegno

L’insegnante di sostegno spesso viene utilizzato per sostituire docenti assenti, potremmo dire che nelle scuole è una prassi comune. Già nella fase iniziale dell’anno scolastico mentre si attende che arrivino i docenti di sostegno incaricati, i titolari di cattedra sul sostegno, sono costretti a lasciare il proprio alunno per supportare gli alunni disabili, sprovvisti del docente, diciamo che si tratta di una fase emergenziale e comprensibile, diversa è la consuetudine di utilizzare il docente di sostegno per sostituire i colleghi assenti. A tal proposito ricordiamo quanto espresso dal  Miur nelle seguenti note:
Nota n. 4274 del 4 agosto 2009
“l’insegnante di sostegno non può essere utilizzato per svolgere altro tipo di funzione se non quelle strettamente connesse al progetto d’integrazione, qualora tale diverso utilizzo riduca anche in minima parte l’efficacia di detto progetto”

Nota n.  9839 dell’8 novembre 2010
“Appare opportuno richiamare l’attenzione sull’opportunità di non ricorrere alla sostituzione dei docenti assenti con personale in servizio su posti di sostegno, salvo casi eccezionali non altrimenti risolvibili”

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