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Ape sociale insegnanti, in pensione già a 63 anni, ecco come e con quali altri requisiti

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L’Ape sociale è una misura destinata anche ai lavori gravosi, tra cui insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido.

L’Ape sociale è una misura di pensionamento anticipato che può essere collocata a metà strada tra una prestazione previdenziale ed una assistenziale. Infatti  è una misura che prevede il raggiungimento di una determinata età anagrafica ed al tempo stesso, di una altrettanto determinata soglia di contribuzione versata. In questo senso, l’Ape sociale è a tutti gli effetti una misura previdenziale.

Ciò che invece la fa apparire come una misura assistenziale è la platea dei destinatari di questo anticipo di pensionamento. Infatti la misura si rivolge a invalidi, caregivers, disoccupati e soggetti alle prese con mansioni troppo logoranti, i cosiddetti lavori gravosi. L’Ape sociale, acronimo di Anticipo pensionistico sociale, è una misura che intercetta particolari condizioni di disagio fisico, lavorativo e reddituale, come spesso fanno le prestazioni assistenziali di cui il nostro ordimento è piuttosto ricco.

Tra le tante attività di lavoro gravoso che danno il diritto a chi le svolge, di accedere al pensionamento anticipato previsto dall’Anticipo pensionistico sociale, c’è anche quella dell’insegnante della scuola dell’infanzia e quella degli educatori degli asili nido. Ecco nello specifico una guida all’Ape sociale relativa proprio a questi addetti della scuola, la cui attività è talmente logorante da sconsigliare la loro permanenza al lavoro fino al raggiungimento dei requisiti previdenziali per le misure di pensionamento ordinarie.

Ape sociale, come funziona?

Evidentemente il contatto quotidiano con bambini in età prescolare e la necessità di essere i primi educatori dei più piccoli, è ritenuta dai legislatori una attività molto logorante.

Per questo gli insegnanti della scuola dell’infanzia e gli educatori degli asili nido, insieme tra gli altri agli edili, agli infermieri delle sale operatorie, alle ostetriche delle sale parto e ai camionisti (sono in totale 15 le attività di lavoro gravoso previste), possono sfruttare l’anticipo di pensione offerto dall’Ape sociale.

La misura è stata introdotta nel 2017 dal governo Pd. Una misura che è sperimentale e la cui sperimentazione scade il 31 dicembre 2020. Con ogni probabilità però, l’Ape sociale verrà nuovamente prorogata (succede da anni con ogni legge di Bilancio) nella manovra finanziaria che a giorni il governo presenterà in Parlamento.

La sua scadenza, probabilmente,  slitterà al 31 dicembre 2021. Con l’Ape sociale si può accedere alla pensione già a partire dai 63 anni di età. Si tratta di una età che rappresenta la soglia minima da raggiungere, perché la misura è flessibile e pertanto, a partire dai 63 anni e fino ai 67 anni che sono la soglia anagrafica utile alla pensione di vecchiaia, chi vuole può scegliere il momento più favorevole in base alle proprie esigenze, per lasciare il lavoro.

Per quanto riguarda il requisito contributivo, per invalidi, disoccupati e per chi ha invalidi a carico, sono necessari 30 anni di contribuzione a qualsiasi titolo versata. Per i lavori gravosi e quindi anche per la parte di personale della scuola a cui la misura può essere applicata, sono necessari 36 anni di contribuzione versata.

Occorre ricordare che l’Ape sociale è una misura che non può essere trasferita per decesso del pensionato non essendo prevista reversibilità al coniuge o a determinati eredi come previsto dalla pensione ai superstiti. La misura è erogata mensilmente su 12 mensilità, perché non è prevista nell’Ape sociale la tredicesima mensilità. Inoltre con l’Ape sociale non si ha diritto ad eventuali assegni familiari e alle maggiorazioni sociali.

Ape sociale maestre dell’infanzia e degli asili nido

Oltre ad età e contributi, ogni singola categoria di soggetti a cui la misura è destinata, deve centrare altri sotto requisiti molto specifici. Con l’Ape sociale quindi, fino a tutto il 2020 e probabilmente anche per tutto il 2021, insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido potranno optare per l’uscita già dai 63 anni di età se contestualmente completano anche 36 anni di contribuzione versata.

Occorre pure che il ruolo di insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido siano stati svolti in 6 degli ultimi 7 anni della carriera lavorativa, o in alternativa, in 7 degli ultimi 10 anni.

Dal punto di vista del calcolo dell’assegno spettante alla data di uscita con l’Ape sociale va detto che questa misura non prevede penalizzazioni dirette in base agli anni di anticipo o alle regole di calcolo della prestazione. Ciò che i lavoratori che optano per l’Ape sociale riceveranno, è l’esatta pensione spettante alla data di uscita e in base ai contributi maturati alla stessa data. L’unico ammanco rispetto ad una ipotetica uscita a 67 anni con la pensione di vecchiaia, ipotizzando la continuità nel lavoro riguarda gli anni in meno di contributi versati ed i coefficienti di trasformazione meno favorevoli perché si esce più giovani dal mondo del lavoro.

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