Educazione civica, per presidi e studenti rappresenta leva per creare veri cittadini globali. Report Intercultura-Ipsos

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Il 97% dei Dirigenti scolastici riconosce il valore dell’insegnamento dell’Educazione Civica nelle scuole
italiane, con l’obiettivo di formare cittadini consapevoli, ovvero mentalmente aperti verso l’altro (34%), migliorare il senso civico e  la convivenza civile (29%) e diffondere la conoscenza della Costituzione (19%). Anche per quanto riguarda gli studenti, la quasi totalità (93%) riconosce il valore della materia.

Questo è quanto emerge dal Report della Fondazione Intercultura redatto in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione che contiene i dati del XXII rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, dedicato quest’anno alla dimensione internazionale dell’educazione civica, con  focus particolare su quanto avviene nelle scuole secondarie di secondo grado.

In previsione dell’introduzione effettiva del ciclo triennale di Educazione Civica, Presidi e ragazzi auspicano quindi una maggiore rilevanza rispetto al modo con cui è stato trattato l’insegnamento della precedente materia ”Cittadinanza e Costituzione”.

Viene perciò attribuito un valore forte al nuovo insegnamento perché rappresenta la leva per far vivere tra i giovani la consapevolezza di essere parte di una comunità globale in quanto strumento abilitante di un atteggiamento aperto nei confronti del mondo, nonché fonte di opportunità per il proprio futuro.

In concreto che argomenti verranno trattati in particolare secondo i  Presidi? Costituzione italiana (valutato come fondamentale dal 48%),  l’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile (39%),  l’educazione alla legalità (23%) e l’educazione interculturale e alla  cittadinanza globale (15%).

Permangono tuttavia forti incertezze:  secondo i Dirigenti Scolastici si rischia di non avere spazi adeguati  in termini di numero di ore (29%) e si teme che manchi un progetto di  formazione adeguato per i docenti (24%), tenuto anche conto delle  difficoltà a livello organizzativo dovute all’approccio  multidisciplinare (27%).

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