Nuovo Dpcm, Palumbo (USR Veneto): “Non esiste che ogni scuola si muova in autonomia”

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Ciò che è stato annunciato dal premier Giuseppe Conte e poi scritto nel DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non sarà la regola da mercoledì 21, ma sarà valido solo in casi eccezionali e debitamente deliberati dai vari comitati regionali per l’emergenza Covid-19.

Per il primo ciclo si conferma che le attività didattiche si svolgono in presenza, mentre per il secondo ciclo la possibilità di variare rispetto a quanto già predisposto per l’avvio dell’anno scolastico è ipotizzabile, ma solo “previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali” e segnalate dai tavoli regionali.

Le scuole secondarie potranno rimodulare gli orari di ingresso e uscita, decidere di programmare turni pomeridiani o l’inizio delle attività a partire dalle 9,00 o svolgere le attività didattiche da remoto, ferma restando l’attenzione per gli studenti che necessitano di particolare inclusione, ma solo nei casi specifici che richiedessero tali interventi come rilevato dai tavoli regionali.

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Nuovo Dpcm, Palumbo (USR Veneto): “Non esiste che ogni scuola si muova in autonomia”

“Innanzitutto le disposizioni del governo sono operative dal 21 ottobre – sottolinea al Corriere della Sera, Carmela Palumbo, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto – In più, il Dpcm non è ordinativo ma introduce tre possibilità per le sole superiori (doppi turni, ingresso alle 9 e aumento della didattica a distanza, ndr) e tutto è subordinato alle valutazioni di Usl e enti locali”.

Nessun preside, dunque, è autorizzato a intervenire in autonomia: “Non esiste che ogni scuola possa muoversi da sola – afferma Palumbo – tutto deve passare dalla concertazione territoriale attraverso il Tavolo tecnico regionale o la conferenza dei servizi locale che abbiamo introdotto quest’estate quando stavamo organizzando la ripartenza in presenza delle scuole”.

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