Fratoianni: “Didattica a distanza è una bandiera bianca alzata alla prima vera difficoltà”

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“Dopo le enunciazioni di principio da maggio in poi, in cui tutti ci dicevamo sicuri e convinti che la scuola sarebbe tornata in presenza a settembre, è bastato appena un mese dall’inizio delle lezioni e con la recrudescenza dei contagi, si ritorna alla didattica a distanza per almeno due terzi degli studenti alle superiori”.

Lo scrive sul suo blog il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.

“Una bandiera bianca alzata alla prima vera difficoltà. Attenzione, la gravità della situazione sanitaria è evidente ed è sacrosanta ogni misura che rallenti il contagio. E però, la scuola in presenza fa parte per noi di quelle attività essenziali e irrinunciabili. Per questo dal governo che sosteniamo con convinzione ci aspettavamo una maggiore attenzione al tema scuola”. 

“Avevamo avanzato – prosegue il vicepresidente della Commissione Cultura di Montecitorio  – proposte precise nei decreti di aprile e maggio.  A partire dal reclutamento del personale, che avrebbe dovuto concentrarsi sulla stabilizzazione delle migliaia di precari con titoli, piuttosto che puntare a un concorso in piena pandemia.  Avremmo potuto utilizzare i mesi estivi per rivedere alcune strutture scolastiche, per ridurre il numero di alunni nelle classi (avevamo proposto di portare a 15 il numero massimo) e per rivedere il dimensionamento scolastico, che ha privato molte comunità di sedi scolastiche, costringendo gli studenti a spostamenti anche lunghi e in condizioni di difficoltà, per raggiungere la scuola.”

“Si sarebbe dovuto intervenire (e si deve intervenire ancora) – continua l’esponente di Leu – per aumentare la capienza del trasporto pubblico locale. Soprattutto sulle tratte scolastiche e a maggiore frequenza. Non si è fatto ieri, si deve fare oggi, perché dopo questo mese di didattica a distanza, poi a scuola si deve tornare, e in sicurezza”. 

“Ora nel pieno della seconda ondata, è tutto più difficile è non è un caso che si sia tornati alla didattica a distanza che come abbiamo già sperimentato contribuisce ad allargare le diseguaglianze e a danneggiare la formazione dei più giovani. Che sia da monito: tutti noi, e il governo innanzitutto, abbiamo il dovere nei prossimi mesi di ridisegnare la scuola italiana, per garantire che possa reggere all’onda d’urto della pandemia. Perché il più grande investimento sul futuro del Paese è la formazione dei più giovani. E ogni giorno di scuola chiusa – conclude Fratoianni  – è un danno incalcolabile”.

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