La domenica “impossibile da dimenticare” dei presidi: “Il governo ci ha messo in difficoltà”

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Hanno passato la domenica al telefono con i colleghi o al computer per scrivere e riscrivere circolari, con un occhio sempre alla mail in attesa di una comunicazione dal ministero: per i presidi delle scuole superiori italiane è stata una giornata impossibile da dimenticare.

Il DPCM del governo fissa la didattica a distanza, a un minimo del 75%, ma le ordinanze regionali avevano già stabilito quote diverse, che a volte sono perfino più severe dello stesso decreto Conte.

L’agenzia di stampa ANSA ha realizzato un approfondimento sentendo diversi presidi sparsi in tutta Italia.

Proseguiamo con i vecchi numeri” dicono due dirigenti scolastici romani, mentre un preside lombardo partirà già al 100%. Lunedì dunque andrà così ma già martedì tutto dovrà cambiare.

“Le scuole – sottolinea infatti il ministero dell’Istruzione – provvederanno all’adozione degli atti necessari nella giornata del 26 ottobre, con efficacia, poi, dal giorno successivo”.

In ogni caso, ogni Regione ha una storia a sé, figurarsi ogni scuola: nel Lazio, per esempio, l’ente locale ha deciso giorni fa la dad al 50%: “E domani (oggi, ndr) saremo al 50% per riflettere con lo staff come attuare le nuove regole – spiega Cristina Costarelli, preside del liceo scientifico Newton di Roma, 1100 studenti – Noi stiamo valutando anche l’ipotesi di andare al 100 per cento – aggiunge – il 75% rende veramente residuale la presenza e molto complicata l’organizzazione: o un quarto dei ragazzi a scuola per ogni classe, o ogni classe a scuola una settimana su quattro”.

Il 100% farebbe anche respirare docenti e famiglie di una scuola che ha già registrato 5 positivi, spiega la preside: sono preoccupati per l’aumento dei contagi, in particolare sui mezzi pubblici. Rimane al 50%, almeno per domani, anche il ‘Primo Levi’, sempre nella Capitale, uno scientifico da 900 studenti.

Il preside Stefano Sancandi aspetta segnali dalla Regione: “Se decideranno di andare al 100 per cento – taglia corto – avrebbe un senso, perché il 75% non ne ha”. Dal 14 settembre al ‘Levi’ si applica la dad al 50%: non avevano banchi singoli, per cui con il 50% si sedeva uno studente per banco, e via così. “Ha funzionato bene – aggiunge il dirigente – e ho dimezzato l’affollamento”.

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