Gramellini: “Non abituiamoci alla solitudine della DaD”

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Massimo Gramellini parla del momento che sta attraversando la scuola e della didattica a distanza, un modo di fare lezione a cui non bisogna abituarsi.

Il giornalista e scrittore Massimo Gramellini parla di scuola e didattica a distanza nel corso a Zai.net, la rivista edita da Mandragola Editrice e realizzata dagli studenti delle scuole superiori di tutta Italia.

In merito alla chiusura delle scuole e dell’individualismo, Gramellini dice: “Un bambino o un ragazzo in solitudine non può crescere alla stessa maniera di un coetaneo che ha la fortuna di avere scambi con altri. Naturalmente ora è un momento speciale, siamo tutti chiamati a dei sacrifici, e gli studenti e i loro insegnanti hanno dato una prova straordinaria di serietà, impegno, responsabilità. Dobbiamo però evitare un pericolo: abituarci a pensare che tutto ciò sia normale. Dobbiamo continuare a vivere la solitudine come un’eccezione , necessaria in certi casi, ma limitata nel tempo“.

Il giornalista mostra il suo rammarico in merito al fatto che, dopo i mesi di preparativi per riportare gli studenti a scuola, si è dovuti tornare alle scuole superiori nuovamente a fare lezione da casa: “La decisione di chiudere le scuole fa parte soltanto di un’emergenza sanitaria a cui siamo costretti a rispondere. Però abbiamo avuto mesi per prepararci, sapevamo perfettamente che ci sarebbe stata una seconda ondata. Dovevano esserci piani B, oltre alla chiusura”.

E ancora: “Il fatto che si sia chiesto a tanti istituti di mettersi in sicurezza, e che dopo soli due mesi siano stati chiusi, è la prova che le misure richieste non bastavano perché non sono state accompagnate da altre (penso al potenziamento dei trasporti pubblici) che uno Stato ben organizzato avrebbe saputo approntare per tempo“.

 

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