Riapertura scuole, non ci sono le condizioni per tornare al 75% in presenza: in Piemonte lezioni al 50%

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La scuola in Piemonte potrebbe iniziare l’11 gennaio e vedere lezioni in presenza al 50% e non al 75%: i presidi hanno bocciato il piano di ritorno a scuola

Le criticità legate al rientro a scuola del 7 gennaio sono tante e molte sono in comune fra i vari territori: una su tutte la possibilità di scaglionare gli orari legandoli ai trasporti, punto debole della ripresa già a settembre.

Ecco perchè in Piemonte, dopo numerose pressioni da parte dei dirigenti scolastici, si va verso una didattica in presenza per le scuole secondarie di secondo grado al 50% e non 75% come prescrive il Dpcm del 3 dicembre.

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I presidi: non possiamo scaglionare gli orari

Infatti, il piano per il ritorno a scuola formulato dalla Regione Piemonte, con il doppio turno di ingresso alle 8 e alle 10 per non sovraccaricare i mezzi pubblici e consentire la presenza nelle aule del 75% degli studenti sembra destinato ad essere scartato.

Come si legge su La Stampa, il prefetto Palomba, che coordina il Tavolo trasporti, preso atto delle resistenze delle scuole ha ammesso che “l’immediata attuazione del 75% potrebbe causare criticità”.

In questo modo, i presidi propongono di ritornare a scuola l’11 gennaio e di riattivare il modello già sperimentato: turnazione e didattica digitale integrata.

Prendiamo atto e aspettiamo di capire cosa deciderà il ministero“, spiega l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi. Il presidente Cirio aveva chiesto agli istituti “di fare la loro parte, mostrandosi flessibili sull’ipotesi del doppio turno“. I numeri, ha spiegato la Regione Piemonte, parlano chiaro. “Senza scaglionamento, per mantenere i carichi nel limite del 50%, per i 170 mila studenti servirebbero 100 mezzi in più a Torino e 60-70 negli altri capoluoghi: non ci sono e comunque rischierebbero di bloccare il traffico“.

Ma i dirigenti hanno puntato i piedi per motivi concreti: “per le scuole l’ipotesi del turno 10-16 non è mai stata praticabile. Pensare che un ragazzo arrivi a casa alle 17 -17,30, di fatto senza aver mangiato – a Torino sono due o tre le scuole dotate di mensa ed è da vedere se potranno tenerla aperta – e che abbia poi l’energia per mettersi a studiare, non pare realistico. Poi, gli istituti tecnici e professionali hanno 32 ore settimanali con un rientro. Considerato che la maggior parte ha la didattica su 5 giorni, significherebbe uscire una volta alle 18 o due alle 17. I ragazzi arriverebbero di sera“, dice Antonio De Nicola, presidente dell’Anp di Torino che aggiunge come la difficoltà di rientrare al 75% sia legata anche alla capienza delle aule. Ecco perchè la soluzione di tenere a casa con le lezioni online il 50% degli studenti di scuola superiore e l’altro 50% in presenza a scuola, rappresenta l’unico modello possibile per riprendere l’attività didattica a gennaio.

 

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