Rientro a scuola 7 e 11 gennaio ma Regioni rinviano. Azzolina: “Nessuna battaglia politica, verifichiamo dati venerdì”

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Vacanze natalizie quasi terminate, si riparte con le lezioni in presenza, forse, o almeno non per tutti. Le Regioni si stanno organizzando autonomamente dopo la decisione, non facile, del Governo di riaprire le superiori l’11 gennaio, rinviando la data stabilita del 7.

Si è deciso l’11 gennaio per verificare i dati sul monitoraggio regionale di venerdì. Le regioni hanno la possibilità di cambiare data di ritorno. Ne hanno competenza“, ha detto la ministra Lucia Azzolina a Rainews 24, sottolineando che “la scuola deve essere interesse di tutti, maggioranza e opposizione. Non c’è alcuna battaglia politica sulla scuola”, aggiunge Azzolina

Lo spostamento del riavvio della didattica in presenza dall’11 gennaio è stato quindi deciso per permettere la verifica dei contagi venerdì.

Ma per molti governatori non è sufficiente, i  numeri dei positivi e dei decessi per Covid restano alti. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Campania, Marche, Piemonte, Molise, Calabria, Piemonte e Puglia rimandano la riapertura con apposite ordinanze. In attesa la decisione della Liguria, della Sardegna, Basilicata e Lombardia. Sicuro (per ora) il rientro per Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Sicilia, Valle d’Aosta. Trento e Bolzano anticipano al 7 gennaio, per il 50% degli studenti.

Duro il commento della senatrice del M5S Bianca Laura Granato: “Non si capisce perché alcuni Governatori che su queste basi oggettive avevano garantito la riapertura delle superiori il 7 gennaio ora abbiano cambiato idea, se non per manovre politiche, sotto la copertura degli esponenti della delegazione Pd al governo“. In Cdm ieri sera il Partito democratico ha chiesto fortemente il rientro a scuola dal 15 gennaio, per poi arrivare alla data mediata dell’11.

Lo slittamento di quattro giorni non risponde a valutazioni sanitarie né didattiche e nemmeno si prospetta nei giorni che intercorrono tra il 7 e l’11 gennaio l’adozione di adeguate soluzioni organizzative per quanto riguarda i trasporti e gli altri servizi di supporto all’attività scolastica, mentre un elevato numero di studenti, tra infanzia, primaria e secondaria di primo grado rimane fuori dalle valutazioni sul contenimento dell’emergenza epidemiologica” denuncia la Flc Cgil, che chiede un incontro alla Ministra Azzolina e al Ministro della Salute, Roberto Speranza.

No anche dall’Anief al ritorno in aula dall’11 gennaio. “Il problema non è la percentuale di allievi da far tornare in classe – sostiene il presidente Anief – ma evitare, in un periodo in cui la seconda ondata di Covid è forte, con 10 mila contagi al giorno, che il virus si diffonda ancora di più e si incroci con il periodo di massima infezione dell’influenza stagionale che storicamente si registra proprio in queste settimane“.

Il ministero dell’Istruzione ha oggi diffuso una nota per chiarire circa il ritorno alle attività didattiche sia in presenza che a distanza. Dal 7 al 9 gennaio, prima del rientro in aula dall’11, le lezioni per i ragazzi delle secondarie di secondo grado si svolgeranno a distanza, con la didattica digitale. Scuole infanzia e primo ciclo rientreranno in presenza da giovedì 7 gennaio. Sono escluse le regioni che hanno stabilito diversamente.

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