Covid a scuola, la probabilità di diffusione del virus è estremamente bassa. Lo dice il pediatra Rino Agostiniani (SIP)

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Il pediatra Rino Agostiniani, vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip), analizza i dati dell’ISS in merito alla diffusione del covid nelle scuole

La diffusione del virus all’interno delle scuole è relativamente modesta rispetto a quello che accade al di fuori“. A dirlo è Rino Agostiniani, vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip), commentando gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss) che analizzano l’andamento epidemiologico nazionale e regionale dei casi di Covid-19 in eta scolare (3-18 anni).

Il report Iss mette in evidenza come nel periodo 31 agosto-27 dicembre 2020 siano stati rilevati 3.173 focolai in ambito scolastico, pari al 2% del totale dei focolai segnalati a livello nazionale.

La percezione che abbiamo da questi dati– sottolinea Agostiniani- fa pensare che l’andamento del numero dei contagi che abbiamo visto nei ragazzi abbia seguito e non guidato la ripresa dell’epidemia dal mese di ottobre“. 

E, in merito alle polemiche sulla data di riapertura degli istituti superiori, il vicepresidente Sip evidenzia che se “indubbiamente con le scuole si muovono numeri molto alti di persone, la nostra sensazione come pediatri è che la scuola sia stata una delle situazioni più sacrificate in questo periodo, in particolare sono stati sacrificati i nostri ragazzi. Lo Stato può intervenire con ristori economici in tante situazioni ma non può sostituire i benefici portati dalla frequenza scolastica”. 

Un bambino di 6 anni– dice il pediatra- non avrà più 6 anni per il resto della sua vita e ciò che perde in questi mesi lo avrà perso per sempre. Abbiamo dati chiari su quanto la mancanza dell’apporto educativo e della socializzazione incida su questi ragazzi“, sottolinea Agostiniani.

Tamponi rapidi, risposte lente. Ribadendo poi che rispettando le regole “la probabilità di diffusione del virus è estremamente bassa“, il vicepresidente Sip evidenzia come “uno degli errori fatti a settembre sia stato quello di eseguire molti tamponi ma di perdere poi la capacità di dare risposte in tempi rapidi che è la cosa essenziale– dice Agostiniani- oggi abbiamo a disposizione dei test antigenici rapidi che sono diversi dai tamponi molecolari, ma che per alcune caratteristiche sono particolarmente affidabili e ci possono consentire diagnosi nel giro di mezz’ora. Avere questa capacità diagnostica– sottolinea il pediatra- può aiutare anche nell’attività di tracciamento che e’ essenziale per il contenimento della diffusione del virus“.

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