Ritorno a scuola, Bagni (CIDI): “Si poteva fare di più”

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“Si poteva fare di più. Oggi i nostri alunni sono adolescenti-convalescenti che hanno bisogno di scuola, per ritrovare anche solo briciole di quella sanamente noiosa routine quotidiana della vita scolastica che tutti abbiamo attraversato”.

Ne è convinto il presidente del Cidi (Centro di Iniziativa democratica degli Insegnanti), Beppe Bagni, che, commentando con l’Adnkronos le proteste messe in atto dagli studenti per chiedere un ritorno in sicurezza a scuola, evidenzia come “la prima priorità è la salute messa in pericolo, la seconda è leggere bene quel pericolo, e allora ci vuole la scuola. Lo si è detto, ma le azioni non sono state conseguenti. Personalmente credo che le scuole, in tutto il mondo, siano una fonte di pericolo per la diffusione del virus, ma tutti gli esperti di sicurezza sanno che una cosa è il pericolo un’altra è il
rischio: il primo può essere inevitabile e permanente, il secondo invece è riducibile: ci si può lavorare“.

Su questo – ribadisce – si poteva e doveva fare di più. Lo dimostra il fatto che in alcune regioni, tra cui la mia Toscana, sono stati presi provvedimenti significativi e visibili mentre in altre non si è fatto quasi nulla. La scelta di porre stuart alle principali fermate nei pressi delle scuole, aggiungere corse di bus “study” riservati agli studenti, adottare più ingressi e più uscite e differenziarle nel tempo sono azioni importanti perché, se anche non azzerano il rischio, tendono a portarlo a livelli accettabili. Una scuola superiore di 800 alunni che frequentano al 50%, se adotta l’ingresso con due orari differenziati anche solo di mezz’ora ha a che fare al massimo con il 25% della sua utenza: 200 alunni non mi sembrano una folla ingestibile. Considerate poi che vi sono molti plessi che hanno numeri di studenti inferiori“.

Nel caso che il tracciamento dimostrasse che ancora non ci siamo – sottolinea Bagni – nelle regioni interessate si può ridurre la frequenza a giorni alterni. Tutto meglio di un distanziamento ininterrotto da scuola (non si è riflettuto abbastanza che anche la scuola in presenza prosegue sempre “a distanza” quando assegna compiti o approfondimenti. Dire “ne riparliamo la prossima settimana” è a un abisso di distanza dal dire “andate avanti da soli”)“.

Secondo il Presidente del Cidi “si dovevano adottare provvedimenti ispirati alla stessa gradualità alla base dell’utilizzo dei colori per le regioni e delle scelte fatte in tanti altri settori economici. L’importante era rendere palpabile l’impegno grazie a un’azione che avrebbe significato che davvero si dava valore al riportare gli studenti a scuola. Oggi – evidenzia – i nostri alunni sono adolescenti-convalescenti che hanno bisogno di scuola, per ritrovare anche solo briciole di quella sanamente noiosa routine quotidiana della vita scolastica che tutti abbiamo attraversato“.

Questo la scuola ragionevolmente si attendeva. Poi ci sono quelli che pretenderebbero certezze ignorando del tutto che nella situazione epidemica assolutamente inedita nel nostro mondo, chi vende certezze spaccia solo credenze. Ma contro questo dilagante virus della superficialità e dell’ignoranza – conclude Bagni – l’unico vaccino è proprio la scuola“.

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