Azzolina: “La didattica digitale è una sfida per il futuro, ma non sostituisce quella in presenza”

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La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è intervenuta alla Camera per rispondere all’interrogazione presentata da Forza Italia. 

“Come già ho avuto occasione di ricordare, solo per la ripartenza di settembre il Governo ha stanziato più di 3 miliardi. Abbiamo disposto l’assunzione di organico aggiuntivo per l’emergenza, l’acquisto di  arredi, mascherine, igienizzanti per la prevenzione e la sicurezza di studenti e personale scolastico. Sono state ricavate oltre 40.000 aule dai lavori di edilizia leggera; sono stati affittati spazi in più per la didattica e per il loro adeguamento. Si è investito sui patti di comunità fra scuole ed Enti del territorio, da lei ricordati”, afferma.

“Con riferimento alla didattica digitale integrata resto convinta che essa rappresenti un’occasione e una sfida per ripensare la scuola del futuro, con la consapevolezza che non possa sostituire la didattica in presenza. In tal senso, le risorse investite per questa modalità didattica – a valere sul Piano nazionale scuola digitale e sulle risorse PON – che ammontano a oltre 413 milioni con cui sono stati finanziati oltre 34 mila progetti autorizzati, sono un investimento anche per il futuro”, aggiunge Azzolina.

“A queste misure si aggiungono altri importanti interventi. Desidero ricordare, in tal senso, il Protocollo d’intesa stipulato con il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, che ha consentito, grazie alle risorse stanziate, di garantire specifici servizi professionali per il supporto e l’assistenza psicologica, da rivolgere in particolar modo a studentesse e studenti, oltre che al personale scolastico, per la prevenzione e il trattamento dei disagi derivanti dall’emergenza epidemiologica. Potenzieremo una misura che si sta rivelando determinante per il benessere della comunità scolastica. Con l’Intesa approvata all’unanimità il 23 dicembre 2020 le Regioni si sono impegnate a supportare, in via prioritaria, le istituzioni scolastiche, nella gestione dell’epidemia, nelle attività inerenti alla somministrazione di test diagnostici alla popolazione scolastica di riferimento, all’espletamento delle attività di contact tracing, anche per un più tempestivo raccordo con i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali”, prosegue.

“In merito al recupero degli apprendimenti, rammento che le modalità compensative della DAD, il decreto legislativo n. 62 del 2017 prevede, per il primo ciclo di istruzione, l’attivazione di “specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento”.  Anche nel secondo ciclo sono previsti interventi didattici finalizzati al recupero delle carenze formative. Basti ricordare l’adozione del piano di apprendimento individualizzato (PAI). O, ancora, la nuova progettazione finalizzata alla definizione del piano di integrazione degli apprendimenti (PIA). Nondimeno, nella consapevolezza che l’ampio e prolungato ricorso alla DAD, risorsa indispensabile in una prima fase, si ripercuota oltre che sulle competenze anche sui comportamenti e sulla sfera emotiva degli studenti, proporrò subito, senza aspettare la fine dell’anno scolastico, l’adozione “ristori formativi”. Oltre al potenziamento degli interventi già previsti per il secondo ciclo di istruzione, si tratta dell’erogazione di attività didattiche compensative, di consolidamento e recupero degli apprendimenti in presenza, in favore degli alunni del I ciclo delle realtà territoriali maggiormente colpite dall’emergenza epidemiologica, dove più intenso è stato il ricorso all’attività didattica a distanza”, conclude.

Question time con la ministra Azzolina alla Camera: tutte le risposte alle interrogazioni presentate [TESTO e VIDEO]

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