Ritorno a scuola, in Friuli Venezia Giulia Tar sospende ordinanza regionale. Ma il Governatore Fedriga insiste: “Lunedì non si riapre”

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Il Tar del Friuli Venezia Giulia boccia la chiusura delle scuole superiori, disposta con ordinanza del Presidente Massimiliano Fedriga fino al 31 gennaio. Ma il Governatore Fedigra non si arrende e annuncia: “Lunedì le scuole non riapriranno”.

Lo ha reso noto il Tgr Rai precisando che il ricorso scaturiva dai problemi sull’efficacia dell’azione didattica a distanza, sottolineando il divario tra le apparecchiature in possesso tra gli studenti e le conseguenze sulla salute psico-fisica dei ragazzi. La decisione è stata diffusa oggi dal Tribunale amministrativo, che ha accolto il ricorso di un gruppo di genitori.

Lunedì le scuole non riapriranno“, ha detto all’ANSA il Governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga, riferendosi proprio alla decisione di ieri del Tar Fvg che ha accolto il ricorso di alcuni genitori contro l’ordinanza regionale che disponeva la chiusura delle scuole secondarie di secondo grado fino alla fine di gennaio. Secondo quanto si è appreso, il Governatore starebbe lavorando a una nuova ordinanza che scongiura la decisione del Tribunale amministrativo e che potrebbe essere emessa già oggi.

Il Governatore ha precisato che il provvedimento contro il quale è stato proposto ricorso seguiva “le indicazioni del comitato scientifico, favorevole alla didattica a distanza” e di averlo emesso per “salvaguardare la salute di tutti ed evitare la saturazione degli ospedali“.

Fedriga ha anche ricordato i dati diffusi da Istituto superiore di sanità e Inail relativi al mese di dicembre, in cui risulta che “la fascia di popolazione piu’ colpita e’ tra i 10 e i 19 anni“, con una specifica e maggiore incidenza sugli adolescenti di età superiore ai 14 anni.

Nel testo a cura del Tar, invece, si prevede la sospensione dell’efficacia dell’ordinanza del 4 gennaio, che imponeva la didattica a distanza per tutti gli studenti.

“Considerato che il ricorso parte dal presupposto che siano emerse enormi problematiche legate all’effettiva efficacia della didattica a distanza sull’apprendimento scolastico dei ragazzi e ciò in quanto, anche a prescindere dalle asserite difficoltà tecniche, che hanno acuito il divario tra coloro che possono e non possono accedere a determinate tecnologie, sarebbe stato accertato un evidente ritardo nel completamento dei programmi scolastici, nonché nelle modalità e termini di svolgimento di interrogazioni e verifiche”, dice il Tar.

Inoltre, “il puntuale rispetto da parte delle istituzioni scolastiche di tutta la normativa di sicurezza e l’attivazione del già previsto potenziamento del servizio di trasporto pubblico locale possono, d’altro canto, ritenersi sufficienti a evitare qualsiasi incremento della situazione di rischio epidemiologico, fermo restando comunque il potere della Regione di intervenire nuovamente, in presenza di significative modifiche di tale situazione”.

 

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