Riapertura scuole Emilia Romagna: si torna il 18 gennaio con le lezioni in presenza al 50%. Indicazioni dell’USR

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Anche il Tar dell’Emilia Romagna annulla l’ordinanza regionale che ha sospeso le attività didattiche in presenza della scuola secondaria di secondo grado sino a sabato 23 gennaio.

Da lunedì 18 gennaio le scuole superiori dell’Emilia-Romagna riprenderanno le lezioni in presenza al 50%. La Regione è pronta, come lo era già dal 7 gennaio,quando però l’andamento epidemiologico aveva spinto la Giunta a rinviare l’avvio della didattica in aula nelle scuole secondarie di secondo grado, garantendo comunque la regolare ripartenza per materne, elementari e medie. Così riporta il comunicato stampa della Regione.

Le indicazioni dell’Usr Emilia Romagna

Ferma la necessità di realizzare al più presto il rientro a scuola in presenza, ordinato e in sicurezza, degli studenti delle scuole secondarie di II° grado, scrive l’Usr Emilia Romagna, sono state valutate l’esigenza dell’utenza di essere adeguatamente e per tempo informata e, parallelamente, l’esigenza delle scuole e dei trasporti pubblici locali di riorganizzare i servizi secondo le nuove direttive.

In ragione di quanto sopra e dei principi di ragionevolezza, prudenza e congruenza territoriale, si è convenuto che da lunedì 18 gennaio 2021, per una settimana, le lezioni degli studenti delle scuole secondarie di II° grado riprenderanno in presenza al 50%, in attuazione di quanto definito dai piani operativi precedentemente predisposti dalle Prefetture e secondo quanto previsto dalle disposizioni vigenti.

La settimana successiva la didattica in presenza potrà essere ulteriormente articolata, da un minimo del 50% ad un massimo del 75%.

Le SS.LL. vorranno operare nel senso predetto, disponendo per l’ottemperanza di tutti i ben noti adempimenti di sicurezza atti a contenere il rischio di contagio, avuto riguardo anche al peggioramento dei dati epidemiologici sul territorio nazionale, così come su quello regionale.

La nota dell’Usr Emilia Romagna

Ad annunciare il ritorno in classe in conferenza stampa il presidente Stefano Bonaccini, con gli assessori Paola Salomoni (Scuola) e Andrea Corsini (Trasporti), dopo il pronunciamento del Tar regionale e la relativa sospensione dell’ordinanza regionale che, appunto per motivi di sicurezza sanitaria, rinviava al 25 gennaio l’avvio della didattica in aula per gli istituti superiori, decisione peraltro presa da tutti i presidenti delle Regioni in zona arancione e da gran parte di quelli in zona gialla.

“Le sentenze si rispettano, siamo abituati così, pertanto lunedì siamo pronti a partire- ha affermato Bonaccini-. Non ci sono problemi a farlo in così poco tempo, a dimostrazione che la nostra decisione era motivata dall’andamento epidemiologico e non da difficoltà organizzative, che non esistono nemmeno ora. Avevamo lavorato per tempo, assieme a Comuni e Province, Ufficio scolastico regionale, sindacati, Aziende di trasporto pubblico locale e Prefetture, per mettere a punto un piano regionale condiviso, basato sul potenziamento dei trasporti – oltre 550 bus aggiuntivi: 350 già in strada da settembre più altri 200 adesso, per un investimento della Regione di oltre 23 milioni di euro – e orari d’ingresso scaglionati lì dove serva, d’intesa con le scuole e le comunità locali. Quel piano c’era e c’è, quindi non abbiamo nulla da improvvisare”.

L’Emilia-Romagna, peraltro, è stata la prima in Italia ad avviare una campagna massiccia a favore della sicurezza della scuola, da ottobre con test sierologici e adesso con i tamponi rapidi gratuiti direttamente in farmacia per tutto il personale scolastico, studenti, famigliari e nonni anche non conviventi. Che potranno essere fatti non più ogni 30, ma addirittura ogni 15 giorni.

“Un provvedimento- ha annunciato Bonaccini- che adesso vogliamo rafforzare: renderemo infatti ripetibili i tamponi rapidi ogni due settimane. Non solo, perché abbiamo proposto al Governo che venga inserito il personale scolastico fra le categorie professionali più esposte a cui fare il vaccino anti-Covid al più presto”.

I dati sull’andamento epidemiologico, del resto, sono in peggioramento non solo in Emilia-Romagna, dove il nuovo Rt regionale settimanale oggi è di 1,15 rispetto a 1,05 della settimana scorsa, ma in tutto il Paese.

“A dimostrazione- ha aggiunto il presidente – che c’è un problema rilevante di tipo sanitario. Tanto è vero che anche il Governo ha ultimamente inasprito i criteri e le soglie per cui si passa in zona arancione e in zona rossa. Quando ho assunto la mia ordinanza era addirittura in discussione un criterio che ci avrebbe portato direttamente al rosso, con conseguenza diretta di mettere in didattica a distanza anche la seconda e la terza classe delle scuole medie. Il rischio non è comunque scongiurato”.

Bonaccini ha anche ricordato di avere riunito sia ieri sia oggi i sindaci, per valutare i nuovi dati e il pronunciamento del Tar. “Ho raccolto da loro le stesse mie preoccupazioni, ma allo stesso modo condividiamo l’idea che le sentenze si rispettano e quindi tutti noi, loro compresi, lavoriamo perché da lunedì 18 possano riprendere le lezioni in presenza alle superiori. In tutta onestà, non prevedevo che il Tar avrebbe annullato un provvedimento di carattere prettamente sanitario, assunto cioè per salvare la vita delle persone, soprattutto di fronte al peggioramento sia del quadro nazionale, sia di quello regionale”.

Il presidente ha infine sottolineato la necessità, per alunni e genitori, di avere chiarezza: “Perché se abbiamo regioni che in zona gialla hanno addirittura chiuso le elementari e altre in zona arancione che sono chiamate a ripartire in presenza con le superiori, in forza di sentenze dei Tribunali amministrativi, una diversa dall’altra, credo che icittadini facciano fatica a capire. Questo è un problema che avevo segnalato al Governo, l’ho fatto ancora ieri, perché ritengo incomprensibile come si possa affidare a singole ordinanze regionali e ad altrettante singole sentenze dei Tar regionali la soluzione della questione scuola, così cruciale per il Paese. Noi ci siamo assunti la nostra responsabilità, adesso tocca al Governo. Le Regioni che rischiano addirittura di entrare in zona rossa devono adottare provvedimenti restrittivi o riaprire?”.

Infine, da parte del presidente e degli assessori è stata espressa l’assoluta condivisione per la preoccupazione di famiglie e studenti: “Comprendiamo benissimo le loro ragioni e l’ultima cosa che vogliamo in questo momento così drammatico- ha concluso Bonaccini – è che la scuola diventi un campo di battaglia e di scontro. Per primi ci siamo battuti per la riapertura delle scuole al termine del lockdown e l’Emilia-Romagna fu la Regione che definì per prima le linee guida, poi adottate dal Governo per farle ripartire in sicurezza in tutto il Paese. Riportare ragazze e ragazzi in aula è un obiettivo comune, di tutti noi, e per questo continueremo a batterci fino all’ultimo”

A presentare il ricorso al Tar sono stati 21 genitori. “E’ stata accolta la nostra tesi – spiega l’avvocato -, mi auguro che questo possa contribuire a rimettere la scuola al centro e sulla strada giusta”.

I giudici amministrativi fanno riferimento a norme – decreti e ordinanza – del governo e del ministero alla Salute che indicavano l’apertura delle superiori “almeno al 50%” sino al 15 gennaio. La Regione interviene, secondo il Tar, con propri provvedimenti che dispongono misure più restrittive, ovvero la Dad al 100%, rispetto a quelle “introdotte dalla normativa di rango primario a livello nazionale, senza che quest’ultima preveda espressamente deroghe”.

Inoltre, secondo il Tar l’ordinanza comprime in “maniera eccessiva”, “immotivatamente” e “ingiustificatamente”, il “diritto degli adolescenti a frequentare di persona la scuola quale luogo di istruzione e apprendimento culturale nonché di socializzazione, formazione e sviluppo della personalità”.

DECRETO

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