Conte ottiene la fiducia alla Camera: 321 deputati dicono sì. I no sono 259 [VIDEO]

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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla Camera dei Deputati ottiene la fiducia alla Camera. Sono 321 i sì. I contrari sono stati 259. 27 astenuti. Domani la fiducia si sposta al Senato.

Di seguito il racconto della giornata alla Camera che ha visto il Governo ottenere la fiducia. Domani il governo sottoporrà la stessa questione di fiducia anche al Senato, dove i numeri sono molto più in bilico.

Al suo ingresso in Aula alla Camera il presidente del Consiglio è stato accolto con un applauso da M5S, Leu e Pd, immobili i deputati di Iv; I deputati della Lega hanno urlato “Buuh!”.

Al banco del governo in aula alla Camera, a debita distanza gli uni dagli altri, oltre al premier ci sono le ministre Azzolina e De Micheli, i capi delegazione del M5s e del Pd al governo, Franceschini e Bonafede, poi i
ministri Gualtieri, Di Maio, Fraccaro, Speranza.

Le comunicazioni  sono durate circa 55 minuti, e sono state  punteggiate da quattordici applausi della maggioranza. Di questi, uno solo è stato condiviso da alcuni deputati di Iv, quello relativo all’annuncio della prossima nomina di una Autorità delegata per i Servizi segreti.

Nel pomeriggio il premier, nel corso della replica, ha detto: “Il mio è un appello molto chiaro e nitido: c’è un progetto politico ben preciso e articolato che mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere“.

Non bisogna avere timori o timidezze quando si ragiona con uno sguardo chiaro e prospettiva certe. Ho invocato anche la coscienza dei singoli parlamentari nel mio intervento, chi si riconosce in questo progetto può dare un contributo di idee“.

In questo snodo, dice ancora Conte, “dalle scelte di ciascuno dipende il futuro del Paese, un futuro che siamo chiamati a costruire insieme e alla luce del sole. Il mio è un appello trasparente e chiaro, che propongo nella sede più istituzionale e rappresentativa – il Parlamento – per costruire insieme il futuro“.

Pongo la questione di fiducia sull”approvazione della risoluzione di maggioranza” di Pd, M5S e Leu, dice il premier Giuseppe Conte nella replica in Aula alla Camera dopo le comunicazioni di questa mattina.

In serata previsto il voto di fiducia: la maggioranza assoluta alla Camera si raggiunge a quota 315, un voto in meno rispetto ai 316 normalmente richiesti. A far abbassare il quorum sono le dimissioni di Pier Carlo Padoan che ha lasciato il Parlamento il 4 novembre scorso per assumere l’incarico nel board di Unicredit e non è stato ancora sostituito a Montecitorio

Il discorso del premier Giuseppe Conte

“All’inizio di questa esperienza di governo, nel 2019, prefigurai un chiaro progetto politico per il Paese. Precisai che il programma non poteva risolversi in una mera elencazione di proposte eterogenee o una sterile sommatori delle posizioni delle forze di maggioranza. Un’alleanza tra formazioni provenienti da storie, esperienze, culture di diversa estrazione e che in passato si erano confrontate con asprezza, poteva nascere solo su due discriminanti. Il convinto ancoraggio ai valori costituzionali e la solida vocazione europeista del Paese”.

E ancora: “Sin dall’inizio mi sono doperato perché si delineasse la prospettiva di un disegno rioformatore, ampio e coraggioso” per “configurare una nuova stagione rifornmatrice” basata sulla “sostenibilità, sulla coesione sociale e territoriale, sul pieno sviluppo della persona umana. E ancora oggi “c’è una visione”. 

Poi: “Abbiamo coltivato un serrato dialogo” con tutti “gli interlocutori istituzionali nella consapevolezza che solo con la leale collaborazione sarebbe stato possibile elaborare strategia di intervento efficaci”.

Conte aggiunge: “Abbiamo operato sempre scelte migliori? Ciascuno esprimerà le proprie valutazioni. Per parte mia posso dire che il governo ha operato con massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori ma è per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le energie fisiche e psichiche per la comunità nazionale. È stato fondamentale anche il senso di responsabilità delle forze opposizione che, pur nella dialettica della politica, hanno contribuito ad affrontare dei passaggi critici. Bisogna darne atto. Avete avanzato anche proposte concrete, qualificanti, alcune delle quali sono state accolte dalle forze di maggioranza”.

E ancora: “L’assegno unico mensile si colloca in una cornice di interventi volti ad alleggerire il peso fiscale sulle famiglie. Da luglio sarà introdotto “l’assegno unico mensile” per famiglie con figli sotto i 21 anni”.

Poi continua: “Proprio nei momenti più critici del Paese dobbiamo trovare le ragioni più nobili e alte della politica”, come “servizio per i bisogni della comunità nazionale” e non come “logica di potere. Alla società che sta uscendo con difficoltà dalla pandemia non possiamo offrire risposte mediocri. Il governo deve essere all’altezza di questo compito”.

Sulla crisi di governo, in particolare: “Nel pieno della pandemia Covid e mentre da casa ci ascolta chi ha perso i propri cari, confesso di avvertire un certo disagio. Sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno o per bozza ultima del Recovery plan ma per provare a spiegare una crisi in cui non solo i cittadini ma io stesso alcun plausibile fondamento. Questa crisi di governo rischia di aprire una ferita incolmabile nella maggioranza e nel Paese. L’Italia merita un governo coeso per favorire la ripresa e per uscire dalla pandemia. Il Recovery Plan italiano sarà un piano largamente condiviso, uno sforzo collettivo di cui andare fieri”.

Poi: “L’interesse nazionale è più che mai connesso, nel solco della nostra migliore tradizione costituzionali, a un sistema che valorizzi le specifiche esigenze delle realtà territoriali, alcune delle quali, per le loro specificità linguistiche e culturali, meritano tutta la nostra attenzione. Siamo forse l’unico Paese che ha coinvolto così frequentemente il parlamento. Lo avevo anticipato, il nostro Pnrr sarà uno sforzo di cui andare fieri. Dobbiamo però accompagnarlo con un provvedimento per superare ostacoli burocratici e assicurare tempi celeri, rinforzare quei presidi che consentono di rispettare i tempi e assicurare l’andamento dei lavori”.

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