Riapertura scuole, Miozzo (Cts): “Deve decidere lo Stato. Nessun confronto fra Cts ed esperti regionali”

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Intervenendo direttamente su Il Corriere della Sera, il coordinatore del Cts Agostino Miozzo torna a parlare del calendario della riapertura scuola diverso per molte regioni, invocando un intervento statale per evitare di frammentare le scelte sulla scuola.

Senza voler essere provocatori – scrive Miozzo – si fa molta fatica a comprendere la ragione dietro questa fantastica «autonomia differenziata» che presumibilmente vede in ogni regione un team di esperti, il Cts Regionale, che consiglia il proprio presidente secondo i concetti della «scienza e coscienza localmente validi». Su ventuno Regioni e Province Autonome sono previste ben otto diverse modalità di rientro a scuola, cui si dovranno presumibilmente aggiungere altre differenziazioni sulla percentuale degli studenti che avranno il diritto di rientro in presenza al 50, al 70 e poi forse passare al 100%”.

Ci saranno quindi gli studenti che sono rientrati il 7 gennaio, altri l’11, il 18, il 25 o il primo di febbraio, accanto a quelli che essendo in zona rossa sono in Dad; ma ci sono anche coloro che pur essendo in area rossa vedono il loro diritto al ritorno sui banchi garantito dal presidente della Regione. Infine ci saranno quelli che faranno quello che gli pare, in ragione del principio della libera scelta”, prosegue il coordinatore del Cts che pertanto fa un appello allo Stato: “Personalmente da mesi invoco il dovere dello Stato di preoccuparsi dei propri giovani con quel senso di responsabilità e di priorità politica che l’attenzione nei confronti delle future generazioni dovrebbe prevedere. Ho visto il dibattito sulla scuola tornare timidamente al centro dell’attenzione, con interventi che finalmente sembrano essere realizzati per risolvere gli antichi problemi della scuola”.

Miozzo fa notare che, oltre al fatto che “il tutto scivola in decisioni che paiono frutto di calcoli politici locali, rivendicazioni del territorio contro lo Stato centrale, decisioni spesso improbabili frutto di libere interpretazioni e giustificazioni scientifiche“, dall’altro lato evidenzia l’assenza di dialogo fra il Cts nazionale e il Cts delle regioni: “Da nessuna parte è, ad esempio, emersa la richiesta di un confronto tra gli esperti dei vari Cts regionali con il Cts nazionale sui rischi della scuola, con i dati disponibili riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale. Un confronto che potrebbe far chiarezza in questa devastante bulimia comunicativa di cui oggi soffre molto la comunità scientifica del nostro Paese“.

L’opinione pubblica è disorientata non soltanto da un’evoluzione convulsa e ricca d’imprevisti di questa pandemia che ogni giorno offre novità inquietanti; i nostri concittadini si aspettano di vedere un minimo di chiarezza e coerenza nelle decisioni che le autorità del territorio prendono, soprattutto quando di mezzo ci sono i nostri figli e nipoti, il bene più prezioso del nostro disgraziato Paese“, ha proseguito il coordinatore del Cts Miozzo.

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