Concorsi docenti, crisi di Governo non ferma lo straordinario. Potrebbe rallentare procedura per il riservato su sostegno e religione cattolica

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Se la crisi di Governo, culminata nelle dimissioni di Giuseppe Conte nella mattinata del 26 gennaio, rallenta una serie di atti per la scuola, come il recovery plan e i ristori formativi, per il concorso straordinario non ci saranno problemi e proseguirà secondo il calendario previsto proprio pochi giorni fa. In stand by già da tempo il concorso ordinario infanzia e primaria e quello per la secondaria, senza ancora una tempistica, mentre potrebbe rallentare l’iter per il concorso riservato per il sostegno e quello di religione cattolica. Ma il vuoto di esecutivo dovrebbe durare poco.

Se la crisi di Governo, culminata nelle dimissioni di Giuseppe Conte nella mattinata del 26 gennaio, rallenta una serie di atti per la scuola, come il recovery plan e i ristori formativi, per il concorso straordinario non ci saranno problemi e proseguirà secondo il calendario previsto proprio pochi giorni fa.

Per i concorsi ordinari infanzia primaria e secondaria non erano state ancora stabilite delle date, quindi al momento nulla cambierà.

Se la crisi dovesse essere più profonda e non risolversi entro breve tempo le procedure “a rischio” diventerebbero invece il concorso per gli insegnanti di religione cattolica, per il quale non c’è ancora una bozza di bando e il nuovo concorso per il sostegno, che necessità di una realizzazione smart se si pensa di ovviare tramite questo ai ritardi del concorso ordinario.

Concorso straordinario scuola secondaria

Per quanto riguarda il concorso straordinario scuola secondaria, ricordiamo che era partito ad ottobre scorso e bloccato a novembre a causa della pandemia. E’ stato sbloccato proprio pochi giorni fa dall’ultimo Dpcm: “È possibile lo svolgimento in presenza delle prove concorsuali selettive, con un numero di candidati non superiore a 30 per ciascuna sessione o sede di prova”, recita il Dpcm del 14 gennaio.

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Le prove del concorso straordinario si svolgeranno fra il 15 e il 19 di febbraio, con una media di 10 candidati per aula, dunque nei limiti previsti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 14 gennaio 2021.

Come per le prove già svolte,  i candidati che abbiano presentato domanda per le regioni per le quali è disposta l’aggregazione territoriale delle prove, espleteranno le prove concorsuali nella regione individuata quale responsabile della procedura concorsuale.

L’elenco delle sedi d’esame, con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati, è comunicato dagli USR responsabili della procedura almeno quindici giorni prima della data di svolgimento delle prove tramite avviso pubblicato nei rispettivi Albi e siti internet. L’avviso ha valore di notifica a tutti gli effetti.

Ancora attesa per quanto riguarda i concorsi ordinari per la scuola dell’infanzia e primaria e per la secondaria di primo e secondo grado. Ad oggi non abbiamo alcuna data e quindi, la crisi di Governo non influirà, anche se, essendo dei concorsi già avviati, potranno proseguire come lo straordinario.

Nonostante ciò le domande rimangono cristallizzate al 31 luglio 2020, per cui non è possibile cambiare regione o inserire diversa classe di concorso né è tantomeno permesso ai neolaureati della sessione autunnale di presentare la domanda.

La prima operazione degli Uffici Scolastici sarà quello di stabilire, in base al numero delle domande pervenute, per ogni classe di concorso e regione, se sarà necessaria o meno la preselettiva per i due concorsi ordinari.

Ricordiamo infatti che la prova preselettiva si svolgerà infatti qualora a livello regionale e per ciascuna distinta procedura, il numero dei candidati sarà superiore a quattro volte il numero dei posti messi a concorso e, comunque, non inferiore a 250.

Concorso straordinario sostegno

Ferma invece la novità del 2021, ovvero il concorso riservato agli specializzati sul sostegno: la legge di Bilancio 2021  infatti prevede un piano pluriennale di immissione in ruolo di 25 mila docenti di sostegno da un lato, e una innovativa procedura concorsuale per reclutare docenti specializzati sul sostegno, dall’altro.

Sarà un decreto del Ministro dell’Istruzione a disciplinare la nuova procedura, che comunque avrà cadenza biennale. E proprio in assenza di un esecutivo, tale decreto potrebbe subire slittamenti.

Ricordiamo che il concorso potrebbe interessare  fino a 60mila candidati, ossia i docenti specializzati attualmente inseriti nelle GaE, nelle graduatorie di istituto e che stanno frequentando i corsi di specializzazione.

Concorso di religione cattolica

Infine, dopo quasi 20 anni, c’è attesa per il concorso per insegnanti di religione cattolica: Il 14 dicembre 2020 è stata siglata l’intesa fra il Ministero dell’Istruzione e la CEI per far partire il nuovo concorso di religione cattolica, previsto dall’articolo 1-bis della legge 159/19. Anche questa procedura però, non può iniziare prima della formazione di un nuovo Governo e quindi di un nuovo ministro.

Il requisito principale di accesso è il possesso per i candidati della certificazione dell’idoneità diocesana: “è prevista la certificazione dell’idoneità diocesana di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 18 luglio 2003, n. 186, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente nei novanta giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di concorso”.

Tuttavia, il testo dell’intesa ricorda che i posti messi a bando nella singola Regione per il “personale docente di religione cattolica, in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’Ordinario diocesano, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione” corrispondano a quanto stabilito dall’articolo 1-bis, comma 2, del decreto-legge n. 126 del 2019“.

La legge specifica infatti che dei posti messi a concorso, una quota non superiore al 50 per cento potrà essere riservata al personale docente di religione cattolica, sempre in possesso del riconoscimento di idoneità diocesana, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.

Conte ter e ripresa delle attività per la scuola

Bisogna comunque constatare che l’assenza di un esecutivo potrebbe durare per poco: non si prevedono elezioni all’orizzonte quindi, la crisi di Governo potrebbe durare poco e nel giorno di 7-10 si potrebbe creare il nuovo esecutivo. Non appare remota la possibilità di ritrovare Lucia Azzolina come Ministra dell’Istruzione, specie con un Conte ter. Quindi, a conti fatti, le possibilità che la crisi di Governo possa seriamente incidere negativamente sulle operazioni per la scuola sono molto basse.

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