Iscrizioni scuola 2021/22: al primo posto i licei, cresce domanda tempo pieno. Scelte e numeri per regione

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Pubblicati dal ministero dell’Istruzione i dati delle iscrizioni per l’anno scolastico 2021/22. Gli Usr stanno diffondendo le scelte e i numeri per regione.

L’elenco verrà aggiornato con i nuovi dati.

Emilia Romagna

In Emilia Romagna un’altissima percentuale di famiglie (l’90,8%) ha utilizzato la procedura di iscrizione on line senza avvalersi dell’intermediazione delle scuole; un dato superiore alla media nazionale (83,7%). Solo il rimanente 9,2% delle famiglie emiliano-romagnole ha invece provveduto all’iscrizione dei figli attraverso l’intermediazione delle segreterie.

Le domande inoltrate, comprese quelle per le scuole paritarie che hanno aderito alla procedura delle Iscrizioni On Line, sono state complessivamente 111.651.

Esaminando le scelte dei ragazzi e delle famiglie: al primo posto, in linea col trend nazionale, si confermano i licei, che hanno registrato il 47,7% delle domande, seguono i tecnici con 36,0%, i professionali con 16,3% e i corsi triennali di istruzione e formazione professionale (IeFP) con il 3%.

Comunicato Usr

Liguria

Sono 359 le iscrizioni ai percorsi di istruzione e formazione professionale di cui Regione Liguria ha diretta competenza, lo scorso anno erano 412, solo un lieve calo rispetto all’anno precedente, fisiologico rispetto al momento. E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla Regione.
“Il sistema ha sostanzialmente tenuto – spiega l’assessore regionale alla Formazione e Istruzione Ilaria Cavo – considerando che arriviamo da un periodo senza open day in presenza e con un orientamento a distanza che ha avuto grandi ripercussioni. Alla Ministra Azzolina avevamo chiesto come Conferenza delle Regioni di prorogare le iscrizioni di almeno una decina di giorni, richiesta che non è stata accolta. Le famiglie e gli studenti che vorranno iscriversi ai corsi della Istruzione e Formazione professionale triennale (36 quelli attivati nella nostra regione) non potranno più farlo sulla piattaforma del MIUR, ma potranno continuare a farlo contattando i singoli Enti di formazione fino alla fine di agosto. Un’opportunità importante che consente di avere un maggiore margine di tempo”.

“Per quanto riguarda la scuola, il dato delle iscrizioni agli Istituti professionali in Liguria è in linea con il dato nazionale (11,8%) – continua l’assessore Cavo – ed entrambi ci dicono che il sistema ligure di orientamento legato al saper fare ha sostanzialmente tenuto”.

“Per le altre opzioni – conclude Cavo – la scelta degli studenti liguri è ancora più polarizzata sui licei che raccolgono il 59,8% delle iscrizioni, a fronte del 57,8% nazionale, a discapito dei tecnici che, a livello ligure, sono il 28,4%, mentre in Italia sono al 30,3%. Fra i licei, il primo risulta lo scientifico con il 17,5%, poi il linguistico con il 10,4%, il classico al 6,9%, scienze applicate al 6,1% e artistico al 6%”.

Puglia

Si registra un calo delle iscrizioni 2021/22 sulle prime classi della scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado rispetto ai frequentanti dell’anno scolastico in corso: -10,5% sulla Primaria e -10,0% sulla Secondaria di Primo Grado. Cresce la domanda di tempo pieno (per un totale di 40 ore settimanali) nella scuola primaria, scelto dal 21,4% delle famiglie rispetto al 20,7 % di due anni fa.

Le iscrizioni alla Scuola Secondaria di Secondo Grado rilevano un calo pari a -20,4% rispetto rispetto ai frequentanti dell’anno scolastico in corso.
Si conferma il trend degli ultimi due anni scorsi nella scelta dell’indirizzo di studio della prima classe della Scuola Secondaria di Secondo Grado: gli studenti privilegiano ancora i Licei, con una percentuale di 56,6%, in crescita rispetto allo scorso anno che si è attestata a 55,0% e all’a.s. 2019/20 che era di 54,4%. Seguono gli Istituti tecnici, con il 29,5% delle iscrizioni, e i Professionali con il 13,9%.

Iscrizioni Puglia

Basilicata, si rispecchia la tendenza nazionale

Le iscrizioni on line alle classi prime delle scuole Secondarie di II grado della Basilicata, per l’anno 2021-22, rispecchiano la tendenza nazionale: i Licei, scelti dal 58,9% degli studenti lucani, si confermano in testa alle preferenze regionali, in leggero aumento rispetto alla percentuale (57,4%) dello scorso anno. Seguono i Tecnici con il 27,4%, con la stessa tendenza al rialzo (dal 27,07% dello scorso anno), mentre scende la percentuale degli iscritti ai Professionali, al 13,7% (dal 15,53%).

Il comunicato

Sicilia: scelte secondarie di secondo grado

Anche quest’anno i dati evidenziano una crescita delle iscrizioni nei Licei, che passano dal 58,8% al 62,5% (57,8% a livello nazionale) con un incremento del 3,7% rispetto all’anno scolastico 2020/2021; una leggera flessione si registra per gli iscritti agli Istituti Tecnici, che passano dal 27,7% dell’anno scolastico in corso al 26,4% per il 2021/2022 (30,3% a livello nazionale); più marcato il calo di iscrizioni agli Istituti Professionali, l’11,2% (11,9 a livello nazionale) contro il 13,5% dell’anno scolastico in corso.

Il comunicato dell’Usr

Toscana

Complessivamente si registra un aumento delle iscrizioni alle scuole del secondo grado che si attestano intorno ai 32821 studenti. Si registra ancora un lieve incremento sui licei scelti dal 56,5% degli studenti circa, mentre i professionali calano di quasi un punto percentuale intorno al 14 % e i tecnici risultano pressoché stabili circa il 30%.

Comunicato dell’Usr

Veneto

Nota

Iscrizioni scuola 2021/2022: il 57,8% degli studenti sceglie i Licei, il 30,3% gli Istituti tecnici, l’11,9% i Professionali

Nota Anief: servono nuove norme e investimenti mirati

Le famiglie chiedono sempre più il tempo pieno: lo confermano i primi dati ufficiali sulle iscrizioni 2021/2022, pubblicati oggi dal ministero dell’Istruzione. Da una prima analisi della stampa specializzata, si nota un aumento della richiesta nella scuola primaria. Stiamo parlando di un orario fino a 40 ore settimanali. Sempre secondo i primi dati diffusi dal dicastero di viale Trastevere, a richiederlo è il 46,1% delle famiglie rispetto al 45,8% di un anno fa. Le più alte percentuali di richiesta sono del Lazio (64,1%), Piemonte (62,5%), ed Emilia Romagna (60,7%). Mentre la percentuale più bassa di richieste si registra in Sicilia (14,8%), Molise (15,3%), Puglia (21,4%). Secondo l’Anief, se aumentano le classi, si dovrà anche mettere mano agli organici del personale, non solo docente, prevedendo incrementi adeguati. C’è poi bisogno di un numero maggiore di aule, quindi anche di nuovi edifici. Tutte disposizioni, modifiche normative e integrazioni che necessitano di impegno e finanziamenti: quelli che arrivano dal Recovery plan. Proprio oggi Anief era stata invitata dal ministero dell’Istruzione per un incontro con la ministra Lucia Azzolina, poi saltato all’ultimo momento.

“Incrementare il numero delle aule, innalzare il rapporto alunni-docenti, aumentare gli organici, anche confermando in pianta stabile quelli cosiddetti Covid, come abbiamo chiesto in questi giorni con un emendamento al decreto Milleproroghe sono condizioni imprescindibili per il rilancio della formazione in Italia – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: uno dei nostri obiettivi è quello di migliorare l’apprendimento, anche per affrontare al meglio un nuovo anno di Covid-19 rispettando il distanziamento sociale, andando a creare quei 12mila plessi che mancano all’appello rispetto alla scuola prima del 2009: in parallelo, bisognerà garantire più sedi di dirigenza scolastica, andando a continuare e approfondire i risultati già raggiunti, anche grazie ai soldi europei del Recovery Plan”.

Il tempo pieno a scuola comincia a essere richiesto da un numero corposo di famiglie. E rimane fra le priorità previste dal Recovery plan, ma le risorse non sembrano sufficienti per soddisfare un’esigenza negli anni sempre più importante. E soprattutto, con la crisi di Governo, al momento ogni indicazione è posta in stand-by, scrive oggi Orizzonte Scuola.

Anief ricorda che la riduzione del numero degli alunni per classe è diventato un problema sempre maggiore, a seguito dell’innalzamento dei ‘tetti’ imposto con il dimensionamento scolastico imposta a partire dalla Legge 133/08. Se oggi esistono 20mila classi con 30 e più alunni, con tutti i problemi che ciò comporta, sia al diritto allo studio sia sul fronte della sicurezza, lo si deve a motivi puramente di risparmio pubblico. L’arrivo in Italia di oltre 20 miliardi dal Recovery plan della Commissione europea sembra essere la soluzione al problema sempre più sentito.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “l’aumento della richiesta del tempo pieno è la dimostrazione che attivare il servizio anche nei territori che ne sono sprovvisti è una condizione che non solo incrementerebbe il livello dell’offerta formativa, con riflessi diretti su competenze degli alunni e lotta alla dispersione, ma andrebbe a determinare anche un supporto per le famiglie: tante donne, in particolare, avrebbero maggiore tempo a disposizione per un’occupazione lavorativa, con effetti diretti sul benessere familiare e dello stesso Pil. È chiaro che per diminuire il fenomeno delle classi pollaio servono delle nuove norme ad hoc. A partire dalla riduzione del numero di alunni per classi: ad esempio, c’è un disegno di legge, con prima firmataria l’attuale ministra Lucia Azzolina, che rimane fermo alla Camera, che se approvato avrebbe permesso di portare a non oltre 22-23 gli iscritti a classe. E al massimo 20 alunni, senza più deroghe, in presenza di un alunno con disabilità certificata”.

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