Covid-19, il Tar dell’Umbria riapre i servizi per l’infanzia

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Il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria, con un’ordinanza notificata oggi, ha accolto il ricorso dei genitori contro l’ordinanza della Regione dell’Umbria che dispone la sospensione delle lezioni in presenza e dispone la prosecuzione in didattica a distanza, nella parte che riguarda “i servizi socio educativi per la prima infanzia fino a 36 mesi pubblici e privati e i servizi educativi delle scuole dell’infanzia, statali e paritarie”.

Secondo il giudici amministrativi, si legge su Perugia Today, “il danno paventato dai medesimi si presenta di duplice natura, risiedendo sia nella preclusione a carico dei discenti della essenziale formazione scolastica (con i relativi disturbi e danni formativi denunziati) sia nelle possibili ripercussioni sul rapporto di lavoro dei genitori, che sostengono come il regime derivante dalla collocazione della regione in zona arancione precluda la fruizione del congedo per motivi familiari”.

A fronte della situazione epidemiologica, però, “tale scelta, comporta la conferma dell’orientamento (già affermato da questo TAR) per cui, nel bilanciamento tra l’interesse alla salute pubblica e quello ad una formazione scolastica (che comunque può essere svolta temporaneamente a distanza), la prevalenza del primo”.

Il ricorso, quindi, non viene accolto, se non nella parte che riguarda una singola ricorrente, in rappresentanza del figlio minore, sospendendo ” l’ordinanza impugnata nella parte in cui ha disposto la sospensione dei servizi socio-educativi per l’infanzia” in quanto anche nel Dpcm che disciplina le zone rosse, questi servizi sono aperti e funzionanti”.

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