Vaccino covid-19, il piano potrebbe cambiare: si pensa al modello inglese. Anche le Regioni chiedono una nuova strategia

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Il tema vaccino diventa sempre più prioritario per il premier Draghi, tanto che potrebbe già arrivare un nuovo piano. Anche le Regioni chiedono novità tanto che anche la bozza che presenteranno stasera nel corso dell’incontro con il governo con le proposte è presente un capitolo ad hoc.

In base a quanto si apprende, per quanto riguarda il vaccino covid-19 sta prendendo piede l’ipotesi di ampliare la griglia delle fasce di età seguendo sostanzialmente il modello della Gran Bretagna.

Ancora al centro di polemiche il vaccino AstraZeneca: nei giorni scorsi l’azienda produttrice ha annunciato una riduzione di dosi che potrebbe fa inceppare il piano messo a punto da Domenico Arcuri, il commissario straordinario per l’emergenza.

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Ricordiamo che AstraZeneca, è il vaccino destinato alla popolazione scolastica.

Prendendo spunto dal modello inglese, l’obiettivo sarebbe quello di somministrate una sola dose del vaccino AstraZeneca subito per tutti. Non si aspetterà, dunque, che si faccia il richiamo e non ci sarebbe inoltre nella fattispecie la necessità di mettere da parte delle scorte.

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Si attendono tuttavia conferme nelle prossime ore. Certo è che qualcosa cambierà. Anche per provare a rispettare la soglia impostata dal Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità : “Per fine marzo l’Italia dovrebbe ricevere, da inizio campagna vaccinale, 13 milioni di dosi, ha detto Franco Locatelli, durante la trasmissione “Mezz’ora in più” condotto da Lucia Annunziata.”La limitante di questa prima fase è stato il numero di dosi che sono state rese disponibili. Ne abbiamo avute 4 milioni e 700 mila, ne abbiamo usate circa i 3/4 – rispetto ai 6 milioni indicati inizialmente – altre 7 milioni e 700 mila sono attese a marzo. Per numero di dosi somministrate e popolazione siamo il secondo paese in Ue dopo la Germania, primo per popolazione vaccinata con doppia dose“.

Anche le regioni chiedono un cambio di passo:”Le Regioni e le Province autonome ritengono priorità assoluta la campagna vaccinale. Il meccanismo sta andando troppo a rilento, e questo non per disguidi organizzativi, strutture o, in questa fase, per indisponibilità della popolazione: il problema adesso risiede nell’approvvigionamento delle dosi, che dipende dal Governo. Spetta al Governo, quindi, impostare la nuova strategia per reperire un numero di dosi vaccinali adeguato e, a tal proposito, le Regioni e le Province autonome assicurano la loro più totale disponibilità, nelle forme e nei modi che si riterranno opportuni, a collaborare“. 

E’ quanto si sottolinea nella bozza delle proposte messa a punto da Regioni e Province autonome in vista dei prossimi provvedimenti del Governo sulle misure anti-covid.

In relazione all’esigenza di acquisire un maggior numero di vaccini, inoltre, sarebbe auspicabile e urgente una valutazione circa il diretto coinvolgimento delle nostre aziende nel processo produttivo, tenendo presente che vi sono aziende e filiere nazionali in grado di realizzare alcune fasi della produzione”, si legge ancora nella bozza.

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