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Cyberbullismo, le nuove linee accentuano l’aspetto educativo. Le novità

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Cyberbullismo, le nuove linee di orientamento fanno tesoro delle riflessioni e delle esperienze di questi quattro anni

Cyberbullismo, fenomeno in aumento

Cyberbullismo, il fenomeno non si è arrestato con l’avvento della pandemia. Si è verificato in quest’ultimo anno un’accentuazione del problema, dovuto alla maggiore pervasività  del digitale, imposto indirettamente dalle nuove regole anti-Covid. Il primo effetto è la maggiore presenza di ragazzi affetti dalla sindrome di Hikikomori.

Le scuole aperte virtualmente attraverso la Dad, decisione imposta alle scuole superiori e in questi giorni anche ai gradi inferiori, favoriscono l’insorgenza di  stress, ansia e solitudine e una maggiore difficoltà a stabilire relazioni emotive, affettive senza la prossimità fisica. Siamo di fronte a un disastro educativo che si somma a quello sanitario, economico e sociale.

Questo stato di isolamento,  interrotto dalla Dad quando proposta efficacemente e in modo coinvolgente, è la condizione ideale per il cyberbullo. Il portale skuola.net conferma la diffusione del fenomeno. “negli ultimi dodici mesi più di 1 ragazzo su 8 racconta di essere stato vittima di cyberbullismo. Ma una quota simile dice di essere stato oggetto di prese in giro – che spesso sono solo il primo passo verso una ripetitività che diventa presto opprimente – durante le lezioni online, ad opera di altri coetanei (12%) o addirittura dei docenti (14%)…I social network (per il 72%), le chat (per il 45%), le piattaforme di videogiochi (per il 23%), canali video (per il 18%), piattaforme di videochat (per il 12%) o di DAD (per il 6%)…Così, assieme alla curva del bullismo e del cyberbullismo, sale anche quella dei giovani che preferiscono chiudersi in sé stessi, con tantissime vittime che ammettono di essersi ‘isolati’ dal mondo dopo l’accaduto: lo dice 45,9% degli intervistati vittima del fenomeno nella fascia di età tra gli 11 e i 13 anni, il 53,4% dei ragazzi tra i 14 e i 16 anni, e il 65,9% dei giovani tra i 17 e i 19 anni. “

La necessita di una presenza educativa della scuola

Lo scenario impone una presenza educativa-formativa alla scuola. Ci voleva la pandemia per esaltare questa funzione istituzionale dell’Istituzione, andando oltre il pura trasmissione dei saperi.
La Legge 71/17 (29 maggio 2017) che ha perimetrato il fenomeno del cyberbullismo, si presenta con un doppio profilo: sanzionatorio e formativo. la contrapposizione è solo nominale perché anche  le sanzioni adeguate e rapportate al danno prodotto  possono essere formative. Comunque la suddetta legge è fortemente inclusiva, che guarda con grande interesse alla progettualità della scuola finalizzata al contrasto e alla prevenzione del fenomeno .

Qualche mese dopo (ottobre 2017) furono emanate le prime linee che sostanzialmente riprendevano  le indicazioni della Legge 71/17. L’aspetto maggiormente rilevante e anche operativo è la proposizione di  “Generazioni Connesse, sostenuta dalla Commissione Europea, con lo scopo di fornire alle istituzioni scolastiche una serie di strumenti didattici, di immediato utilizzo, tra cui:

  • attività di formazione (online e in presenza) rivolte in maniera specifica alle comunità scolastiche (insegnanti, bambini/e, ragazzi/e, genitori, educatori) che intraprenderanno un percorso dedicato;
  • attività di informazione e sensibilizzazione realizzate in collaborazione con la Polizia di Stato per approfondire i temi della navigazione sicura in Rete.

In sintesi queste prime linee risentono, ovviamente della prossimità temporale rispetto all’approvazione della legge 71/17 e quindi risultano poco articolate.

La prima novità: il Referente per il contrasto non è più solo!

A distanza di quattro anni sono state emanate le nuove linee per  la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di Bullismo e Cyberbullismo (13 gennaio 2021). Il documento conferma il taglio formativo, quest’ultimo sempre sostenuto con molta passione da E. Ferrara promotrice della legge e professoressa di C. Picchio. Il testo inoltre e  maggiormente articolato con proposte e suggerimenti, confermando che le buone pratiche di questi anni sono confluite nel testo, arricchendolo e rendendolo maggiormente operativo per i Dirigenti scolastici e i referenti (art. 4 comma 3 Legge 71/17).

Ecco la prima novità che tenta di risolvere una criticità. Nei primissimi tempi dall’approvazione della legge,  il Referente per il contrasto al fenomeno agiva in solitudine. Solo alcune iniziative, come quella promossa dallo scrivente hanno permesso di rompere questo isolamento che spesso ha portato all’abbandono della funzione.  Detto questo la novità è rappresentata dal “il Team Antibullismo costituito dal Dirigente scolastico, dal/dai referente/i per il bullismo-cyberbullismo, dall’animatore digitale e dalle altre professionalità presenti all’interno della scuola (psicologo, pedagogista, operatori socio-sanitari)”   Di fatto siamo in presenza a un inserimento di figure del PNSD ( animatore e team dell’innovazione ) nel nuovo gruppo. Una buona soluzione considerato il medesimo ambito operativo che rimanda al digitale, caratterizzato fortemente dal fenomeno del cyberbullismo, della privacy dei dati personali e sensibili…

Il gruppo è affiancato da uno più allargato e aperto al territorio, a conferma che la complessità del fenomeno richiede la presenza di più soggetti. Mi riferisco alla costituzione del  “Team per l’Emergenza, anche tramite le reti di scopo, integrato da figure specializzate del territorio, per favorire il coinvolgimento delle altre agenzie educative e di tutela dei minori, delle forze dell’ordine, dei servizi sanitari, delle strutture educative. Il Team Antibullismo e il Team per l’Emergenza avranno le funzioni di:

  • coadiuvare il Dirigente scolastico, coordinatore dei Team, nella definizione degli interventi di prevenzione del bullismo (per questa funzione partecipano anche il presidente del Consiglio di istituto e i rappresentanti degli studenti);
  • intervenire (come gruppo ristretto, composto da dirigente e referente/i per il bullismo/cyberbullismo, psicologo/pedagogista, se presente) nelle situazioni acute di bullismo.”

Gli interventi si diversificano

Le nuove linee diversificano le azioni, considerato che il fenomeno del cyberbullismo è anche l’espressione di un contesto sociale  economico malato. E impensabile che la sola azione sul singolo possa eliminare le cause che spesso sono indotte dal contesto. Da qui la proposizione di tre piani, proposti dall’OMS, che giustificano ulteriormente la costituzione dei nuovi Team, presentati sopra.  I primi due riguardano interventi in concerto con le famiglie e il territorio dove  l’Istituzione formativa è chiamata a fare la sua parte. Il terzo, invece richiede un maggiore protagonismo delle scuole.

Nel caso del bullismo la prevenzione terziaria/indicata si attua in situazioni di emergenza attraverso azioni specifiche rivolte ai singoli individui e/o alla classe coinvolta negli episodi di bullismo. Gli episodi conclamati sono anche definiti “acuti”. Le azioni di prevenzione terziaria/indicata vengono poste in essere da unità operative adeguatamente formate dalla scuola, i Team Antibullismo e Team per l’Emergenza, che includono, ove possibile, figure professionali ed esperte (psicologi, pedagogisti, personale dell’ambito socio-sanitario). Di un certo interesse sono le indicazioni operative dei tre piani d’intervento.

In particolare quello che riguarda maggiormente la scuola deve declinarsi in:

  • raccolta della segnalazione e presa in carico del caso;
  • approfondimento della situazione per definire il fenomeno;
  • gestione del caso con scelta dell’intervento o degli interventi.  più adeguati da attuare (individuale, educativo con il gruppo classe, di mantenimento e ripristino della relazione, intensivo e a lungo termine, di coinvolgimento delle famiglie);
  • monitoraggio della situazione e dell’efficacia degli interventi.”

Ultimo aspetto da segnalare è la formulazione di un protocollo di comportamento istituzionale da seguire in presenza della vittima e dl bullo che conferma l’apertura del documento alle buone pratiche di questi quattro anni.
Concludendo un documento interessante e molto concreto che sicuramente richiede un maggiore impegno in questo difficile periodo caratterizzato dalla pervasività del virtuale. Il bagaglio di esperienze e di riflessioni, però servirà quando la scuola potrà tornare stabilmente in presenza.

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