Rinnovo contratto: aumenti medi di oltre 100 euro. Elemento perequativo confluirà nella retribuzione

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Un patto per potenziare il Pubblico Impiego anche in vista del Recovery Plan da oltre 191 miliardi di euro. Quello che è stato firmato a Palazzo Chigi è “un evento di grande importanza, un primo passo” come sottolinea il premier Mario Draghi.

Importante, soprattutto, è la questione dei rinnovi contrattuali. Infatti il Patto individua anche la necessità di avviare una nuova stagione di relazioni sindacali, fondata su un confronto con le organizzazioni, e di portare a compimento i rinnovi contrattuali, ritenendoli un fondamentale investimento politico e sociale.

“Venerdì convocherò tutte le confederazioni sindacali rappresentative del pubblico impiego con l’obiettivo di avviare il negoziato in tempi brevi. È per noi il migliore segno di ripartenza. Un buon contratto è un investimento nella fiducia reciproca, nella stabilità e nel carattere innovativo delle relazioni di lavoro”, ha affermato Brunetta.

In riferimento al triennio 2019-2021, si legge nel Patto, si salvaguarderà l’elemento perequativo della retribuzione già previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro relativi al triennio 2016-2018, il quale confluirà nella retribuzione fondamentale cessando di essere corrisposto quale elemento distinto della retribuzione, nonché attueranno la revisione dei sistemi di classificazione, attraverso lo stanziamento di risorse aggiuntive nella legge di bilancio 2022.

A questo proposito, il Governo emanerà in tempi brevi gli atti di indirizzo all’Aran per il riavvio della stagione contrattuale. Rinnovi che interessano 3,2 milioni di dipendenti pubblici e che prevedono un aumento medio di circa 107 euro.

PATTO DELL’INNOVAZIONE

Nei nuovi contratti inoltre, in base al Patto sottoscritto da governo e sindacati, sarà valorizzato il ruolo della contrattazione integrativa e saranno implementati gli istituti di welfare contrattuale, anche con riferimento al sostegno alla genitorialità e all’estensione al pubblico impiego delle agevolazioni  fiscali già riconosciute al settore privato per la previdenza complementare e i sistemi di premialità.

Attraverso la nuova tornata contrattuale 2019-2021 si provvederà alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze.

Inoltre, saranno disegnate politiche formative di ampio respiro, con particolare riferimento alle competenze informatiche e digitali e a specifiche competenze avanzate di carattere professionale.

Elemento perequativo: cos’è, come funziona e come incide su pensione e buonuscita

Su questo argomento interviene il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico: “Siamo pronti ad ascoltare le intenzioni del Governo. Noi, da parte nostra continuiamo a chiedere un rinnovo che preveda la formalizzazione di ruoli e carriere approvate fino ad oggi solo sulla carta. Oltre che un aumento stipendiale adeguato, in grado di colmare almeno gli 8-10 punti percentuali di inflazione che pesano come un macigno sui modesti compensi dei dipendenti pubblici. Nella scuola, va ricordato che le buste paga risultano tra le più basse d’Europa. Oltre a un incremento degno di questo nome, a docenti e personale Ata deve essere riconosciuta un’indennità di rischio durante l’emergenza Covid, ancora di più dopo che anche l’Inail ha riconosciuto il Covid-19 come malattia invalidante nella scuola. È chiaro che poco più di 100 euro lordi sono un segnale da considerare come base per arrivare a una valorizzazione sostanziale, economica e lavorativa”.

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