Covid, i colori delle regioni: Toscana, Calabria e Valle d’Aosta in zona rossa. Lazio arancione [VIDEO]

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Oggi, venerdì 26 marzo, nuovo aggiornamento dell’Istituto Superiore di Sanità con i dati del monitoraggio settimanale. La mappa dei colori delle regioni subirà delle variazioni. 

Rt nazionale scende a 1,08. Lazio in arancione, Valle d’Aosta in zona rossa, così come la Calabria e la Toscana. Niente da fare per le altre attualmente classificate in zona rossa. Sono gli ultimi aggiornamenti in merito al cambio di colori che nelle prossime ore saranno assegnati alle regioni su indicazione della Cabina di regia. In serata il Ministro Speranza firmerà le ordinanze.

Riapertura scuole in zona rossa, in classe fino alla prima media. Bianchi: “Abbiamo affermato la priorità della scuola” [VIDEO]

La curva dei contagi da Coronavirus in Italia sta rallentando e si vedono i primi segnali di stabilizzazione. Nel nostro Paese “c’è un rallentamento della crescita della curva e i primi segnali di stabilizzazione” ha affermato il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, nel suo intervento alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia Iss-ministero della Salute.

C’è una prima inversione di tendenza, che è conseguenza degli effetti delle misure prese nelle scorse settimane. Il dato è positivo se si pensa che stiamo contenendo una epidemia che è dovuta principalmente ad una variante, quella inglese”, spiega il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. “Tuttavia resta una occupazione elevata delle terapie intensive e un numero alto di decessi, ma questo era atteso perché si sono accumulati molti casi nelle settimane scorse”, aggiunge presentando i dati. “Oggi abbiamo i primi segnali di stabilizzazione”, ribadisce il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, sottolineando l’importanza di “mantenere le misure e restrizioni” per abbassare i contagi. 

Complessivamente, quindi, la ripartizione delle Regioni e Province Autonome, rispetto alle misure di contenimento, attualmente, è la seguente.

  • area rossa: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino, Puglia, Veneto, Toscana
  • area arancione: tutte le altre

Cosa succede a Pasqua

Da sabato 3 a lunedì 5 aprile, l’Italia sarà per legge tutta in rosso. Sarà permesso dalle 5 del mattino alle 22 della sera raggiungere nell’ambito della propria regione una sola abitazione di parenti o amici, una sola volta al giorno, massimo in due e accompagnati da figli minori di 14 anni. Resta in vigore, anche in zona rossa, la possibilità di raggiungere, da soli, persone non autosufficienti che necessitino di aiuto o assistenza, che non abbiano altre persone che possano occuparsene. Nelle zone arancioni, invece, fino al 2 aprile, e nella giornata del 6 aprile, le visite sono consentite, all’interno del proprio comune.

Anche in questo caso lo spostamento è permesso a due persone, una volta al giorno, verso una sola abitazione privata, fra le 5 e le 22. È possibile essere accompagnati da figli minori di 14 anni e dalle persone disabili o non autosufficienti conviventi.

A Pasqua non sarà possibile pranzare al ristorante, ma sarà consentito l’asporto e la consegna a casa fino alle 22. Resta vietato consumare nei pressi del locale. L’asporto dai bar è invece permesso solo fino alle 18.

Cosa succede dopo Pasqua

Cosa cambia dunque per la scuola?

In zona rossa torneranno in presenza le scuole dall’infanzia alla prima classe di scuola secondaria di primo grado, mentre invece dalla seconda classe di scuola secondaria di primo grado in poi si resterà in didattica a distanza.

In zona arancione, invece, l’attività dei servizi educativi per l’infanzia (asili nido), delle scuole dell’infanzia (ex scuola materna) e per il primo ciclo di istruzione (ex scuole elementari e medie) continua a svolgersi integralmente in presenza.

Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado (licei e istituti professionali) adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, in modo che almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento degli studenti sia garantita l’attività didattica in presenza. La restante parte degli studenti partecipa alla didattica a distanza. Resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata.

I Presidenti delle Regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica e degli asili nido:
– nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti;
– nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni;
– nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.

Resta l’obbligo della mascherina dai sei anni in su.

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