Dirigenti scolastici, potrebbero essere 1.300 i posti vuoti del 2021 ma per tanti il ruolo è fuori regione

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UDIR – Dirigenti scolastici assunti fuori regione, Udir: “Non è giusto, è un sacrosanto diritto avvicinarsi alla propria famiglia e continuare a lavorare” . Il giovane sindacato sta dalla parte dei dirigenti scolastici e ricorda la sua battaglia per riconoscere ai presidi il diritto di ricongiungersi alla propria famiglia, anche attraverso la presentazione di diversi emendamenti per chiedere una mobilità straordinaria. Marcello Pacifico (Udir): “Bisogna supportare chi sta a capo degli istituti, poiché sul loro operato, insieme a quello degli altri lavoratori, si erge la scuola stessa. Avevamo chiesto per i presidi anche una maggiore tutela rispetto alle grandi responsabilità di cui sono tenuti a rispondere. Ma noi non ci arrendiamo e continueremo a chiedere in tutte le sedi opportune”

I dirigenti scolastici protestano e il motivo sta nel fatto che, come riportato anche da La Repubblica, un preside su due è assunto fuori dalla propria regione. Infatti, “sono stati assunti fuori dalla loro regione di residenza. E adesso protestano perché vorrebbero ritornare a casa il prima possibile. Sono i presidi del concorso bandito nel 2017, assunti tra il 2019/2020 e quest’anno: circa 1.250 in tutto. Uno su sei a livello nazionale.

Udir sta con i dirigenti scolastici e appoggia la loro protesta che, oltre a riguardare la loro collocazione lontano dagli affetti, ha una seconda motivazione; infatti, “con l’ultima legge di Bilancio sono stati modificati i parametri per il dimensionamento della rete scolastica: da 600 alunni, per avere diritto ad un preside in pianta stabile, il numero di alunni è sceso a 500. E da 400 a 300 per le scuole nei comuni montani e nelle piccole isole”. Questo darà luogo a circa 800 posti in più che, sommati ai 500 pensionamenti attesi, diventeranno mille e 300 posti che verranno assegnati ai vincitori del concorso” e che potrebbero consentire, anche in deroga, visto le difficoltà dell’ultimo anno causa pandemia una mobilità straordinaria, tenendo conto della graduatoria di merito del concorso e dell’anzianità di servizio.

Ma c’è anche una terza ragione: il meccanismo della mobilità (i trasferimenti) resta sostanzialmente regionale mentre il concorso è stato su base nazionale. “Dopo un triennio di permanenza nella scuola dove siamo stati assunti, ai trasferimenti interregionali viene riservato soltanto il 30% dei posti che si riducono a pochi, con le riserve per i colleghi che hanno particolari esigenze. E questo non riguarda soltanto i colleghi dell’ultimo concorso, ma anche chi il vincolo imposto per la richiesta di mobilità lo ha superato ma non riesce a ricongiungersi alla propria famiglia come ad esempio i dirigenti campani”.

LE AZIONI DEL SINDACATO

Il giovane sindacato sta dalla parte dei dirigenti scolastici e ricorda la sua battaglia per riconoscere ai presidi il diritto di ricongiungersi alla propria famiglia, come hanno anche saputo dimostrare i legali Udir, attraverso il riconoscimento del fatto che i vincoli sui trasferimenti devono rispettare i diritti legati alla disabilita. Inoltre il sindacato ha anche fatto presentare diversi emendamenti, attraverso i quali è stata richiesta una mobilità straordinaria, ma anche un’azione per il riconoscimento dei trasferimenti interregionali sul 100% dei posti vacanti e disponibili.

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