Toccafondi (IV): “Concorsi selettivi per avere in cattedra i docenti migliori. Vincolo quinquennale? Tutta la mobilità da rivedere” [INTERVISTA]

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Intervistato da Orizzonte Scuola, l’ex sottosegretario all’Istruzione Toccafondi spiega il suo punto di vista sul piano di reclutamento dei docenti che bisogna adottare in vista del prossimo anno scolastico. Il deputato tocca anche il tema del vincolo quinquennale e della riapertura delle scuole.

Con il ritorno in classe che pian piano si sta concretizzando e la fine dell’anno scolastico ormai alle porte, l’attenzione inizia ad essere quasi esclusivamente per il prossimo anno scolastico. Su tutti, il tema del reclutamento degli insegnanti e del precariato si prende la scena e lo farà sempre più nelle prossime settimane.

Sul reclutamento dei docenti e sulle cattedre vuote da coprire dal 1° settembre fra le forze politiche e sindacali è iniziato un vero e proprio confronto serrato. Le prospettive restano due principalmente: una che vede un concorso per titoli e servizi per stabilizzare i precari, con la Lega che guida forte del Ddd 1920 a firma del senatore Mario Pittoni, e invece la posizione del Movimento Cinque Stelle che indica nel concorso ordinario, selettivo, l’unica reale strada per assumere nuovi insegnanti di qualità.

Qualità che anche secondo Gabriele Toccafondi, deputato di Italia Viva, dovrebbe restare al centro di un percorso di assunzione per i docenti. A prescindere dal modello che si scelga. A colloquio con Orizzonte Scuola, l’ex sottosegretario all’Istruzione spiega il suo punto di vista sul piano di reclutamento dei docenti che bisogna adottare in vista del prossimo anno scolastico. Toccafondi tocca anche il tema del vincolo quinquennale e della riapertura delle scuole.

 

E’ in corso un ampio dibattito sul tema del reclutamento: meglio un concorso per titoli e servizi destinato ai precari oppure continuare con i concorsi ordinari?

Dobbiamo sempre ricordare che la scuola, percorso educativo per i ragazzi, deve sempre puntare a migliorarsi e alla qualità. Non possiamo inoltre non affrontare il tema del regolare avvio del prossimo anno scolastico. Su questi temi penso che sia fondamentale avere dal Ministero numeri, dati e proposte. Il concorso ordinario, aperto a tutti, vede più di 400 mila aspiranti. Il numero di precari è cresciuto in modo abnorme negli ultimi due anni per le pessime scelte del governo Conte I, che ha cancellato il piano dei governi Renzi e Gentiloni, senza però prevederne uno alternativo. La norma nel decreto 44/2001 semplifica, accelera e dà risposte a tutta la PA, non solo la scuola; il problema è che rischia di tagliare fuori i più giovani. Per quanto ci riguarda continuiamo a ribadire che occorrono concorsi che diano a tutti possibilità, giovani compresi: il ministro può dare garanzie che avranno la loro occasione? Se poi si vuole mettere mano finalmente al reclutamento per rivedere una procedura di selezione, il mega concorso nazionale ogni due tre anni, una modalità che proprio a causa dei grandi numeri della scuola mostra alcuni limiti, noi ci siamo. La volontà di tutti dovrebbe essere sempre quella di un percorso formativo e selettivo che porti ad insegnare i migliori, i più motivati, i più bravi. Vorrei dibattiti politici su questo tema.

 

La soluzione però dovrebbe consentire la copertura per il prossimo anno scolastico, che prevede numeri elevatissimi di supplenti…

Questo è anche il nostro obiettivo. Il regolare inizio del prossimo anno scolastico deve essere obbiettivo di tutti. Nessuna soluzione di quelle di cui si parla, nemmeno la sanatoria per i bocciati allo straordinario, da sola numeri alla mano, sarebbe risolutiva. Inoltre vorrei avere il parere del ministero sull’ipotesi di cui ho letto anticipazioni, secondo la quale i bocciati al concorso straordinario che si potrebbero aggirare intorno al 50%, sarebbero i primi ad essere chiamati per le coperture delle cattedre. Ascolteremo le proposte del ministro, che spero siano articolate ed efficaci. Daremo come sempre il nostro contributo perché il disastro degli ultimi due anni non si ripeta. Lo dobbiamo ai nostri figli ai quali abbiamo già tolto troppo.

 

Bisogna considerare il tema del sostegno. Ci sono anche troppi insegnanti non specializzati: quale soluzione intraprendere anche da questo punto di vista?

I problemi sono noti, la soluzione credo debba essere diversa da quella che immaginiamo per i docenti dei posti comuni. Per esempio se il percorso di specializzazione desse direttamente accesso all’anno di prova avremmo un grande vantaggio in termini di copertura dei posti con personale di ruolo specializzato. Poi c’è il tema della continuità: spero che il ministero sappia garantirla anche con i supplenti. Le norme per questo ci sono già, ma manca dai tempi di Bussetti solo il decreto attuativo.

 

Parliamo adesso di insegnanti di ruolo: cosa ne pensa del vincolo quinquennale della mobilità?

Se si trovano altri modi, meno penalizzanti per i neo assunti, per garantire la continuità ben vengano. Anche su questo punto la richiesta al ministero è sapere togliendo il vincolo quanti insegnanti andrebbero a chiedere la mobilità e capire le ripercussioni sulla continuità didattica, con particolare riferimento ad alcune aree geografiche del paese. A prescindere da questo però, è tutta la mobilità che andrebbe ripensata alla luce della sperequazione territoriale tra posti liberi e aspiranti docenti molto più marcata rispetto anche solo a pochi anni fa. La mobilità in questo contesto penalizza troppo sia gli studenti del centro nord che vedono cambiare spesso docente che i precari del sud che vedono occupare una grande parte dei pochi posti che si liberano per i pensionamenti, da trasferimenti e assegnazioni provvisorie. Su questo vanno coinvolti i sindacati, che hanno ben chiare entrambe le esigenze e sono certo terranno conto della necessità di contemperarle.

 

Ci sono i margini secondo lei per concludere l’anno scolastico con tutti gli studenti in presenza, anche quelli delle superiori?

Si deve fare di tutto. Vaccini, tamponi (sperando siano approvati presto quelli salivari soprattutto per i piccoli) e tracciamento, acquisto di dispositivi per la santificazione… tutto ciò che serve va fatto. Occorre proseguire e terminare il percorso vaccinale per il personale scolastico che è arrivato all’80% del personale con almeno una dose. Ma la cosa più urgente da fare è evitare che l’autonomia delle regioni e dei comuni si trasformi in anarchia. La mozione della maggioranza in discussione in queste ore è molto articolata e chiara su questi punti.

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