Mobilità 2021, la Cisl Scuola all’attacco: “La continuità didattica non è sempre un valore”

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Manca ormai poco alla scadenza dei termini per la presentazione della domanda di mobilità.

La questione più importante, come è noto, riguarda il vincolo quinquennale, cioè il sistema previsto dalla legge 159/2019 che obbliga gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado a rimanere per almeno cinque anni nella stessa sede.

A Il Fatto Quotidiano interviene Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola: “Non sempre per quanto possa apparire ovvio e persino banale, la continuità didattica, è un valore. Più in generale laddove non si realizzi un clima di relazioni positive, diventa assai difficile poter considerare la loro prosecuzione come utile e opportuna. Per queste ragioni sarebbe quanto mai auspicabile che la continuità, intesa come continuità di relazioni positive, fosse in ogni modo favorita, assecondata e incentivata, ma mai imposta forzatamente”.

“L’oggi ci vede alle prese – conclude la segretaria della Cisl Scuola – con una situazione nella quale vincoli più o meno estesi discendono dalle diverse decorrenze dei provvedimenti di assunzione, in ogni caso ispirandosi a una logica di imposizione forzata priva come si è detto di reali benefici, fonte unicamente di disagi che alimentano rischi di assenteismo e di contenzioso. In attesa di una complessiva rivisitazione del tema reclutamento, quanto mai necessaria, almeno rimuove norme assurdamente coercitive in materia di mobilità sarebbe una cosa buona, da fare con la massima urgenza”.

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