Pacifico (Anief): reclutare subito gli insegnanti utilizzando le attuali graduatorie. Agire in fretta per settembre [INTERVISTA]

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Dal 28 giugno al via le votazioni in Commissione bilancio del Decreto Sostegni bis. Un decreto che apporta diverse novità per la scuola ma che non hanno convinto la parte sindacale. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, illustra i principali emendamenti a favore dei precari in vista del rientro a settembre dopo oltre un anno di pandemia.

Quali sono i principali emendamenti al decreto sostegni bis segnalati da Anief?
Riguardano l‘idea di estendere alla seconda fascia delle graduatorie di istituto il reclutamento del personale docente e di eliminare le limitazioni per ciò che riguarda gli inseriti in prima fascia rispetto ai titoli di servizi. Questo è un aspetto fondamentale. Abbiamo visto anche altre proposte molto più articolate presentate dai più importanti gruppi di maggioranza.
Riteniamo che, poiché nel Next Generation EU, il progetto approvato dall’Europa si parla di una nuova riforma del reclutamento da attuare tra il dicembre 2021 e il dicembre 2022, oggi, in questo momento straordinario sia necessario agire con semplicità, visti i tempi, e con accuratezza, vista l’esperienza passata.

E come si può fare?
Attraverso un unico sistema esistente: utilizzare le attuali graduatorie senza creare nuove graduatorie e, laddove non si è in possesso della specializzazione, attraverso Tfa straordinari o Pas, in modo tale da garantire i livelli di accesso come requisito, che è quello dell’abilitazione e della specializzazione. Questa è la cosa più semplice da attuare.
Poi sul nuovo sistema di reclutamento ci confronteremo. C’è un patto per la scuola, vedremo di trovare una sintesi di come pensare il reclutamento anche coi fondi finanziati dalla commissione europea. Oggi però bisogna agire in fretta.

Si pensa a settembre, il tempo stringe
Se si attua quello che dice Anief, si ha la possibilità di reclutare gli insegnanti subito. Se non si fa in questo modo, qualsiasi altra ipotesi porterà a un paradosso: un Paese con una procedura di infrazione, una denuncia accolta dal comitato europeo dei diritti sociali, il record di immissioni in ruolo (113mila posti), tutto diventerà inutile se non ci saranno le persone da assumere. Si aumenterà a dismisura il numero dei precari e quindi il contenzioso sui contratti a termine e sui risarcimenti danni.

Si è riaperto il dibattito sul rientro a settembre. Si pensa di poterlo fare senza mascherine.
Non è possibile. I dati che si stanno vedendo dall’Inghilterra non fanno ben sperare: il 60% della popolazione ha fatto la seconda dose, l’80% ha fatto la prima, eppure i contagi, con la variante Delta, sono saliti in un mese del 200%. Questo ci dimostra che non ci sono gli elementi per poter dire che il virus è sconfitto, a maggior ragione in Italia dove attualmente la popolazione studentesca non è vaccinata. Anche il personale che insegna potrebbe essere soggetto al contagio.
Il problema ancora una volta non è la mascherina ma sdoppiare le classi, per evitare di nuovo sistemi misti con Dad al 50 o 75% o che muoia qualche lavoratore della scuola.

Si sta discutendo negli ultimi giorni dell’abolizione dell’ora di religione cattolica. La vostra posizione?
Il governo piuttosto che abolire delle materie o delle ore, dovrebbe pensare a ripristinare le 4 ore in ogni ordine e grado. Noi abbiamo assistito al decurtamento del tempo scuola nel silenzio di tutti. Si è voluta introdurre una materia, l’educazione civica, senza darle la dignità di materia. Si parla tanto di inserire l’educazione fisica nelle scuole elementari senza prevedere ore aggiuntive. Piuttosto che concentrare il dibattito nazionale sull’ora di religione sì o no, a parte che ricordo che nelle superiori c’è l’ora alternativa, bisognerebbe pensare di aumentare le ore.
Non si attacca la dignità delle singole materie ma si dovrebbe rivalorizzare la professione del docente.

A breve parte il concorso Stem
Si tratta di un grave errore del governo. Quando si cambiano le modalità di una prova, ancorché di una prova semplificata, si devono mettere tutti i cittadini nella condizione di poter accedere a questa prova. Chi ha fatto domanda un anno e mezzo fa non sapeva che era così semplificata e ha diritto a partecipare. Perfino il numero dei posti banditi è raddoppiato.

Oggi la Cesi al convegno sul futuro dell’Europa. Colloquio con la vicepresidente della Commissione europea: cosa è emerso?
Ho sollecitato la commissione europea ad andare a decidere sulla procedura di infrazione attiva dal 2014 contro l’abuso dei contratti a termine, che oggi lascia più 200mila precari ogni volta chiamati per far funzionare il sistema di istruzione. Anche il comitato europeo dei diritti sociali ha accolto il reclamo collettivo presentato da Anief. Per avere un’Europa più giusta bisogna partire dal rispetto della norma comunitaria in ogni Paese membro. Nel frattempo la commissione europea ha aperto, fino al prossimo aprile, una piattaforma per ricevere le indicazioni dei cittadini per promuovere il dialogo sociale e portare avanti le iniziative a livello politico.

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