Regionalizzazione scuola, l’ipotesi torna di moda. Granato: “Gelmini prepara legge. No a istanze secessioniste”

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La regionalizzazione dell’istruzione potrebbe occupare nuovamente il palcoscenico del dibattito politico prossimamente. Lo si evince dall’intervento della senatrice del gruppo “L’Alternativa c’è” Bianca Laura Granato.

L’ex pentastellata scrive su Facebook: “Oggi abbiamo appreso in commissione questioni regionali che la Ministra Gelmini non partirà dalla Legge Boccia per la definizione della nuova legge quadro, ma ne farà una ex novo che lascerà fuori solo le competenze in materia di fiscalità dalla possibilità di transitare alle regioni per effetto dell’art. 116 terzo comma“.

Questo significa – scrive Granato – che la scuola rischia di nuovo di finire nel calderone delle materie da attribuire a esclusiva competenza regionale“.

Per la senatrice Granato è inaccettabile che “si ritenga prioritario portare avanti queste istanze secessioniste, chiedendo addirittura di salvaguardare le preintese fatte illo tempore da Gentiloni, 4 giorni prima delle elezioni (il 28 febbraio 2018) rispetto alla necessità ormai ventennale di colmare i GAP nord sud, che non consentono ai territori in difficoltà di risollevarsi dalla situazione in cui si trovano“.

Regionalizzazione scuola: cosa prevede?

L’idea della scuola regionale, portata avanti anche dal Ministro Bussetti, è stata messa in stand by dalla pandemia.

L’idea originaria prevede che alcune regioni potrebbero stabilire in autonomia la propria offerta formativa e il trattamento economico degli insegnanti, attraverso concorsi regionali.

Nella pratica diventerebbero regionali l’organizzazione didattica, il sistema delle graduatorie e degli stipendi dei docenti. Ma anche l’offerta formativa e l’assegnazione di contributi alle scuole paritarie.

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