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Inclusione scolastica, come un “viaggio con le famiglie”. Esempio di progetto da scaricare gratuitamente

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Il viaggio verso l’inclusione scolastica si dipana lungo il canale di una comunicazione che deve essere, necessariamente, efficace. Comunicazione sulla quale è necessario e indispensabile puntare per evitare di incappare su quella disinformazione, su quelle ipotesi distorte o su quegli stereotipi che accresce, talvolta a dismisura, la distanza tra l’istituzione scolastica (intesa nel suo complesso professionale) e le famiglie e gli studenti. La comunicazione scuola-famiglia offre il vantaggio di vivere i valori di inclusività ed equità, che sono al centro della formazione continua all’inclusione e al rispetto dell’altro.

I tranelli comunicativi

Come evitare che le scuole cadano nel trabocchetto dei tranelli comunicativi? Ovvero in quelle insidie che minano alla base e deteriorano, talvolta irrimediabilmente, le relazioni insegnante-famiglia costruite sul rispetto:

  • Riconoscere il ruolo che l’identità e il background possono avere nel plasmare le relazioni tra insegnanti e famiglie.
  • Dare un senso di autoriflessione e umiltà culturale a tutte le conversazioni e reciprocità.
  • Accettare buone intenzioni e appressare tutte le famiglie come partner che sognano il meglio per i loro figli.
  • Invitare genitori o tutori a mettere in comune informazioni su culture di appartenenza (usi e costumi) e tradizioni familiari.
  • Invitare genitori o tutori a condividere la conoscenza delle vite, degli interessi, delle speranze e delle lotte dei loro figli-studenti.
  • Percepire l’importanza della differenza linguistica, culturale e familiare e viverla come punto di forza.
  • Riconoscere e rispettare le differenze nelle strutture familiari.

L’utilità di incoraggiare scelte inclusive

Infatti, ciò permette che oltre a facilitare un tono di considerazione e inclusività, una incisiva, direi pure pressante, comunicazione con le famiglie dona agli insegnanti l’utilità di incoraggiare, in modo efficace e funzionale, il coinvolgimento della famiglia e la condivisione degli obiettivi curriculari, dei materiali e anche delle risorse.

L’importanza di educare all’anti-pregiudizio in una società pregiudizievole

L’adesione alla comunicazione culturalmente sensibile dona supporto efficace a due dei quattro domini anti-pregiudizio:

  • l’identità
  • la diversità.

Le tattiche di coinvolgimento familiare, che ogni insegnante dovrebbe attuare, specie in una scuola che è diretta efficacemente all’inclusione (non solo quella, pur sempre importante, dei documenti), sono culturali e comunicative. Sono ipotesi operative che si basano sulla comunicazione agli studenti; un modello variegato e interessante che propone, grazie all’intervento del docente, una gamma di sfondi e di strutture culturali.

Riconoscimento delle relazioni chiave

Gli insegnanti dovrebbero cercare di capire e di conoscere meglio le figure centrali nella vita di ogni studente, compresi quelli che potrebbero non essere genitori o tutori legali, e coinvolgerli a seconda dei casi. Ciò può includere i genitori (indipendentemente dal genere) o i familiari allargati.

Uso delle lingue dei genitori nelle comunicazioni: complesso?

Poiché la lingua gioca un ruolo cruciale nella vita delle famiglie, gli insegnanti dovrebbero comunicare il più possibile con i genitori nella loro lingua madre; comprendendo che questa praticamente sia di difficile attuazione, naturalmente. Ove possibile, il materiale destinato alle famiglie dovrebbe essere fornito nelle lingue di casa degli studenti. Quando è necessaria la traduzione, dovrebbe essere impiegato un traduttore fornito dalla scuola, poiché chiedere agli studenti di tradurre può metterli in una posizione scomoda. Questa circostanza demolisce la convinzione, errata assai, che sono gli ospiti a doversi uniformare (sempre e comunque) alla nostra lingua nazionale: l’italiano.

Questionari o conversazioni di inizio anno

Gli insegnanti possono raccogliere preziose informazioni sugli studenti raccordandosi con i loro genitori e/o i loro tutori all’inizio dell’anno scolastico. Chiedere ai membri della famiglia di indicare, con dettaglio e attenzione, i punti di forza dei propri figli (i nostri alunni) ma anche le sfide e le vite degli studenti al di fuori della scuola, nonché le proprie speranze e le proprie paure, fornisce un background importante, crea un tono collaborativo e consente alla pratica didattica (sia educativa che formativa) in classe (e, dunque, anche fuori di essa) di riflettere le identità degli studenti.

Il vero processo di inclusione

Far vivere, nelle classi, e nel nostro fare quotidiano la conoscenza della famiglia e della comunità in il nostro alunno vive, migliora l’apprendimento degli studenti. Gli studenti possiedono un’enorme saggezza esperienziale su questioni relative a identità, cultura, storia e giustizia. Genitori, nonni, zie, zii, amici, cugini, vicini e leader della comunità hanno spesso storie da condividere sulle loro vite e sulle prospettive dei nostri alunni (portatori, ad esempio, di culture altre).

La saggezza della famiglia e della comunità

La assennatezza della famiglia e della comunità in cui vive l’alunno, può fornire un volto personale a materiale storico o sociologico e sostenere la demistificazione degli argomenti non solo e non sempre familiari. Ascoltare persone reali che hanno vissuto epoche particolarmente interessanti di cambiamento o che hanno partecipato a movimenti di giustizia sociale (le tante lotte civiche, ad esempio, come il ‘68) può fornire ispirazione agli alunni e fornire loro utilissime informazioni.

Gli studenti portano in sé la coscienza delle loro famiglie e della comunità

Gli studenti portano con sé la coscienza delle loro famiglie e della comunità di appartenenza. Essere capaci, come insegnanti, come istituzione scolastica, generalmente parlando, di fare spazio nelle dinamiche formative tradizionali, è sinonimico di scuola inclusiva: avere in comune queste conoscenze fornisce un supporto concreto allo sviluppo delle identità degli studenti.

I temi relativi alle famiglie devono essere immaginati e spiegati in modo culturalmente sensibile (pensare l’impossibile è una buona pratica per non dovere, poi, dire “ho sbagliato” o “non potevo immaginare”.

In che modo conoscere le relazioni chiave nella vita degli studenti

Un’attività superficialmente inoffensiva (che sovente realizzano gli insegnanti della Primaria ma che è utile eseguire ad ogni cambio ciclo o cambio scuola), come quella di creare un albero genealogico, può emarginare gli studenti le cui relazioni biologiche sono distanti o, addirittura, come nei minori adottati, sconosciute.

Ci sono mille e più qualificati modi per conoscere le relazioni chiave nella vita degli studenti: un semplice “parla delle persone a te care” è sicuramente meno dannoso.

Restituire vitalità al parlare della famiglia

Altri modi per incoraggiare e restituire vitalità, ma anche piacere, al parlare della famiglia e della comunità, potrebbero prevedere sondaggi della comunità, interviste, relatori ospiti, progetti video, colloqui degli studenti con membri della famiglia, , storie orali, progetti artistici, memorie o altre scritture basate sulla famiglia comprensione dalle esperienze professionali dei membri della famiglia e, ma non in ultimo, chiaramente, l’integrazione delle prospettive familiari o culturali nell’analisi dei testi.

Connessione all’educazione “anti-pregiudizio” sociale

Dicevamo che attingere alla saggezza della famiglia e della comunità degli studenti supporta due dei quattro domini anti-pregiudizio: identità e diversità. Prestando particolare attenzione alle storie delle proprie famiglie e della propria comunità di riferimento, gli allievo possono esaminare il proprio senso di sé e statuire connessioni personali con materiale letterario storico e, naturalmente, anche sociologico.

Il progetto di inclusione scuola-famiglia (creare alleanze educative), ad esempio, “Insieme si può”, eccellente nel suo genere, elaborato dall’insegnante Silvia Bossetti della Scuola primaria di Gorno dell’Istituto Comprensivo Ponte Nossa diretto con grande competenza dal dirigente scolastico Dott.ssa Veronica Facchi, ci dona il senso profondo di una scuola davvero pronta per cambiare completamente prassi operativa.

Gli stessi obiettivi del progetto vanno in questo senso:

  • rafforzare i rapporti tra scuola, famiglia e territorio, favorendo la partecipazione attiva dei genitori a scuola
  • creare alleanze e sinergie con le famiglie promuovendo un clima di collaborazione e fiducia
  • condividere con le famiglie alcuni valori costruendo un dialogo educativo.

Progetto Educativo Inclusivo

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