Il Referente scolastico Covid-19: funzioni e futuro, con solamente un piccolo grazie

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Le indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia programmate dal gruppo di lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità, hanno posto, nello scorso anno scolastico, il tema relativo alla gestione dei casi sospetti/probabili/confermati di COVID-19 e, naturalmente, nella concretizzazione delle strategie di prevenzione e, ragion forza, di intervento nelle scuole italiane.

Una grande novità che, comunque vada programmato il nuovo anno scolastico, non può assolutamente essere messa da parte. Perché? Perché il nuovo anno scolastico, tra distanziamenti, mascherine e variante delta non pare proprio iniziare con i buoni auspici, vuoi anche perché nulla è stato programmato per rendere più adeguati gli ambienti di studio e lavoro dei nostri alunni e dei nostri docenti. Le scuole e i dirigenti scolastici torneranno a confrontarsi con aule piccole, classi numerose, aule magne con infiltrazioni, palestre fredde, mancanza di adeguamento alle norme urbanistiche, e via così discorrendo. Dunque, il Referente scolastico COVID 19 serve e servirà ancora parecchio, non solo, ci auguriamo, per completare questionari e monitoraggi sulla cui utilità non disquisiamo.

La gestione di eventuali casi

Le indicazioni, l’anno scolastico appena concluso, fornivano dettagli pratici per la gestione di eventuali casi e focolai di SARS-CoV-2 che si fossero verificati nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia mediante l’utilizzo di scenari ipotetici, in assenza, evidentemente, in questo preciso momento, di modelli previsionali solidi.

Nelle nostre scuole, commenta una guida operativa predisposta dalla CISL Scuola, quasi undici mesi fa, ai fini dell’identificazione precoce dei casi sospetti sarà necessario prevedere, secondo le indicazioni operative:

  • un sistema di osservazione dello stato di salute degli allievi e del personale della scuola;
  • il coinvolgimento delle famiglie nell’effettuare il controllo della temperatura corporea del bambino/studente a casa ogni giorno prima di recarsi al servizio educativo dell’infanzia o a scuola;
  • la misurazione della temperatura corporea al bisogno (es. malore a scuola di uno studente o di un operatore scolastico), da parte del personale scolastico individuato, mediante l’uso di termometri che non prevedono il contatto, e che andranno preventivamente reperiti;
  • la cooperazione dei genitori nell’incontrare il proprio medico curante (Pediatra di Libera Scelta – PLS – o del Medico di Medicina Generale – MMG -) per le validità connesse alla valutazione clinica e all’eventuale prescrizione del tampone naso-faringeo.

Compiti del referente scolastico per COVID-19

Quali erano i compiti del referente scolastico per COVID-19 e quali potrebbero essere per il nuovo anno scolastico? Ribadendo l’utilità della stessa normativa possiamo, senza dubbio, ribadire l’importanza delle azioni finalizzate alla creazione di un sistema flessibile di gestione della prevenzione dell’epidemia all’interno della scuola, di gestione dei casi semmai verificatesi all’interno dei locali scolastici, di informazione, di tracciabilità e di interconnessione con i responsabili del Dipartimento di Prevenzione delle Asp del territorio di riferimento.

Prevenzione e gestione dei “Casi Covid-19”

Secondo le indicazioni operative attualmente in vigore e che, di fatto, potrebbero anche rimanere operative per il successivo anno scolastico, il responsabile scolastico per COVID-19 dovrebbe occuparsi di:

Attività preventiva

Tra le attività preventive:

  • conoscere le figure professionali del Dipartimento di Prevenzione che, in collegamento funzionale con i medici curanti di bambini e degli studenti (PLS e MMG), supportano la scuola e i medici curanti per le attività del protocollo e che si interfacciano per un contatto diretto anche con il dirigente scolastico e con il medico che ha in carico il paziente;
  • svolgere un ruolo di interfaccia con il Dipartimento di Prevenzione e creare una rete con le altre figure analoghe delle scuole del territorio;
  • comunicare al Dipartimento di Prevenzione se si verifica un numero elevato di assenze improvvise di studenti in una classe o delle assenze registrate tra gli insegnanti;
  • fornire al Dipartimento di Prevenzione eventuali elenchi di operatori scolastici e/o alunni assenti;
  • indicare al Dipartimento di Prevenzione eventuali alunni/operatori scolastici con fragilità per agevolarne la tutela attraverso la sorveglianza attiva da concertarsi tra il Dipartimento medesimo, lo stesso referente scolastico per il COVID-19 e il Pediatra di Libera Scelta (PLS) e i Medici di Medicina Generale (MMG).

Gestione casi COVID-19

Come ha gestito i casi COVID19, come potrebbe gestirli:

  • ricevere dagli operatori scolastici la segnalazione di un caso sintomatico di COVID-19;
  • telefonare immediatamente ai genitori o al tutore legale dello studente nei casi di sospetto COVID-19 interni alla scuola (aumento della temperatura corporea o sintomo compatibile con il virus);
  • acquisire la comunicazione immediata dalle famiglie o dagli operatori scolastici nel caso in cui un alunno o un componente del personale sia stato contatto stretto con un caso confermato di COVID-19;
  • fornire al Dipartimento di prevenzione l’elenco dei compagni di classe nonché degli insegnanti del caso confermato che sono stati a contatto nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi.

I compiti del Referente scolastico COVID-19

I compiti del Referente scolastico COVID-19, infatti, sono finalizzati alla gestione della prevenzione dell’epidemia all’interno della scuola, dei casi eventualmente verificatesi all’interno dei locali scolastici, alla informazione, tracciabilità e relazione con i responsabili del Dipartimento di Prevenzione territoriali. Per questi scopi, all’inizio dell’anno scolastico, i Referenti scolastici COVID-19 hanno ricevuto una specifica formazione sui protocolli di prevenzione e monitoraggio in ambito scolastico, sugli aspetti principali di trasmissione del nuovo coronavirus e sulle procedure di gestione dei casi COVID-19 sospetti o confermati.

Il questionario ai referenti Covid-19

Ai Referenti Covid19 iscritti ad Ancodis è stato proposto un questionario che ha dato un risultato che riteniamo eloquente e che sottoponiamo all’attenzione delle Istituzioni, delle OO.SS. e Associazioni di categoria.

Per quanto riguarda la complessità, il 61.8% ha prestato il proprio servizio in una scuola costituita da un numero variabile di plessi tra i 4 e gli 8 plessi, il 14.6% con 2/3 plessi, il 12.7 con un plesso, il 10.9 con oltre 10 plessi.

La popolazione scolastica coinvolta è stata minore di 500 alunni per il 5.5%, tra 900 e 1200 alunni per il 9.1%, tra 500 e 700 alunni per il 21.8%, tra 700 e 900 alunni per il 30.9% e, infine, oltre i 1200 alunni per il 32.7%.

Monitoraggio e verifica dei Protocolli

Rispetto ai carichi di lavoro, il Referente scolastico Covid 19 è stato impegnato tutti i giorni (weekend compreso) nel monitorare e verificare i protocolli interni, nella segnalazione dei casi con sintomatologia, nell’attività di informazione/formazione al personale e alle famiglie, nel ricevere segnalazioni di soggetti contatti stretti di un caso di Covid positivo.

In particolare, ha collaborato con il Dirigente e con lo Staff organizzativo (Responsabili di plesso, RSPP) per il rispetto delle procedure previste nel Regolamento d’Istituto di prevenzione e contenimento della diffusione del SARS-CoV-2; è stato un punto di riferimento per il Dipartimento di prevenzione sanitaria territoriale e il Medico competente per tutti gli adempimenti necessari per la prevenzione e il contrasto dell’epidemia da Coronavirus e la gestione delle eventuali criticità; ha interagito con i pediatri di libera scelta e i medici di base per la sorveglianza attiva degli alunni e lavoratori con fragilità, nel rispetto della privacy, allo scopo di garantire una maggiore prevenzione attraverso la precoce identificazione dei casi di COVID-19.

Il tempo dedicato alla referenza

Riguardo al tempo dedicato alla referenza, il 34.5% dichiara di essere stato impegnato per un tempo compreso tra 50 e 100 ore, il 27.3% tra 100 e 150 ore, oltre 200 ore per il 21.8%, meno di 50 ore per il 9.1%, tra 150 e 200 ore per il 5.5% e, infine, un tempo non quantificabile per l’1.8%.

Per questo impegnativo compito, il Referente Covid19 ha ricevuto dallo Stato nulla se non un modesto riconoscimento economico assegnato in sede di contrattazione di istituto ai sensi ai sensi dell’art.88 del CCNL 2006/2009.

Quanto è stato pagato?

In particolare, si rilevano i seguenti dati:

  • meno di 300 Euro per il 25.7%
  • tra 500 e 700 Euro per il 23%
  • tra 300 e 500 Euro per il 18.9%
  • tra 700 e 1000 Euro per il 7%
  • tra 1300 e 1500 Euro per l’2.5%
  • nessun riconoscimento per il 22.9%.

Per il presidente di ANCODIS Prof. Rosolino Cicero è fortemente “iniquo e non rispettoso dell’imponente e importante lavoro svolto in favore delle comunità scolastiche. In questa emergenza pandemica, così come abbiamo riconosciuto e ringraziato tutti gli operatori sanitari impegnati sul fronte della battaglia al Covid19, ci pare giusto riconoscere il lavoro dei Referenti scolastici Covid19 che purtroppo sembra essere caduto nell’oblio e sopraffatto da una generale indifferenza: anche in questo caso riteniamo che il sistema scolastico italiano non abbia riconosciuto la professionalità e le competenze dimostrate sul “campo della battaglia”.

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