Smart working nella Pa: entro un mese arriva nuovo contratto. Si parte con ministeri e agenzie fiscali

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Entro metà ottobre sarà raggiunto l’accordo per i dipendenti statali sul lavoro da remoto, ha assicurato il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta.

I primi a trovare sistemazione contrattuale saranno i lavoratori delle funzioni centrali del lavoro pubblico, quindi ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici. Il nuovo contratto conterrà con ogni probabilità anche le regole sul nuovo lavoro agile e fare da apripista al resto delle amministrazioni che dovrebbero regolarlo entro l’anno.

Tra un mese ci sarà il primo contratto sul lavoro agile”, ha aggiunto Brunetta, “in cui ci saranno diritti e doveri, come si farà, chi lo farà, la disconnessione, la produttività. Stiamo lavorando all’organizzazione sul lavoro da remoto, obiettivi, metodi, premi, formazione. Poi ci deve essere la sicurezza informatica. Stiamo lavorando sull’interoperabilità delle banche dati con il Pnrr”. Ogni lavoratore dovrà trovare un accordo individuale con l’amministrazione.

Da gennaio le pubbliche amministrazioni potranno fare “tutto lo smart working che vogliono” se ci sarà un contratto, una piattaforma dedicata, l’organizzazione del lavoro finalizzata al lavoro da remoto e la “soddisfazione dei cittadini”.

Secondo l’ultima bozza presentata dall’Aran, il lavoro agile non potrà essere fatto dall’estero a meno che la sede di lavoro sia fuori dai confini nazionali. Nel contratto tra amministrazione e dipendente sul lavoro agile dovranno essere chiarite la durata dell’accordo, le giornate da svolgere in smart working e definiti gli orari delle tre fasce di lavoro da remoto (operatività, contattabilità e inoperabilità). Si stima che possa avere il lavoro agile almeno il 15% del personale impegnato in attività con possibilità di smart working.

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