Nomine supplenti Sicilia, caos algoritmo: cosa è andato storto

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inviato da Daniela Fleres – A dispetto dei proclami, qualcosa non ha funzionato: tante ancora le cattedre scoperte, moltissimi i docenti qualificati inoccupati e assunzioni a chi ha punteggi bassi in graduatoria a causa di liste scuole sopraggiunte tardivamente. Ecco cosa è successo finora in Sicilia.

Mentre ai piani alti il Ministro Bianchi e la sua squadra millantano tutti i docenti in classe dal primo settembre incensando il nuovo sistema di nomine supplenti con sindacati complici, le singole scuole e i singoli supplenti sono rimasti attoniti di fronte allo scempio che sta realmente accadendo.

Nel mondo reale, infatti, quello lontano dai proclami e dalle contrattazioni sindacali, centinaia di docenti in attesa di cattedra si sono visti scavalcati da colleghi con punteggio anche di molto inferiore al proprio.

Cosa è accaduto realmente è presto spiegato.

Il nuovo e infallibile metodo basato su tanto decantato algoritmo che sulla carta avrebbe risolto tanti problemi, soprattutto snellendo il lavoro degli Uffici Scolastici Regionali, ha fatto cilecca, danneggiando insegnanti e scuole. In tutta Italia sono stati denunciati errori e molti USP hanno annullato la pubblicazione delle Graduatorie Provinciali, cercando di chiarire caso per caso, cosa era andato storto.

Lo spiega chiaramente un docente appartenente alla classe di concorso A22, cioè Italiano, Storia e Geografia negli Istituti Secondari di Primo grado: “Ad Agosto il MIUR ha aperto una finestra in cui inserire sul sito di Istanze On line, entro e non oltre il 21 agosto, una lista di 150 preferenze di scuole e tipologie di contratto. A inizio settembre l’USR di Palermo ha pubblicato una prima breve lista di cattedre scoperte che l’algoritmo ha assegnato seguendo l’ordine di graduatoria, incrociando le preferenze delle scuole espresse dai candidati. Dopo 15 giorni è stato pubblicato un ulteriore elenco di posti vacanti appena resi noti dalla scuole, questa volta molto più appetibili.

Il geniale algoritmo non è partito nell’assegnazione dei docenti da quelli con punteggio più alto, ma da dove si era fermato la volta precedente, perché ha considerato come rinunciatari i docenti che aveva scartato nella prima tornata di nomine. Il risultato è stato l’assegnazione di cattedre libere annuali e fino a termine lezioni a docenti con punteggio bassissimo, anche agli ultimi posti delle suddette graduatorie. Docenti con 70, 80 punti si sono visti rimpiazzare da docenti con meno di 30 punti.

Adesso tutti noi insegnanti scavalcati lamentiamo a gran voce il fatto che dietro ogni singolo punto ci sono mesi di servizio, anni di studi, titoli e sacrifici. Ora temiamo di rimanere senza cattedra e quindi di non maturare punteggio per l’anno in corso perché una volta scartata la possibilità di nomina in GPS (quella che garantisce la copertura dell’intero anno scolastico), diventano remote anche le possibilità di essere chiamati da graduatoria di istituto (quella che assegna le supplenze brevi) dove i docenti con punteggio più alto avranno la precedenza. In sostanza, chi, come me, si trova nella fascia tra 45-55 punti in A22 quest’anno farà molta fatica a trovare impiego”.

Un altro docente, appartenente alle GPS di Palermo si chiede come mai questa nuova lista di posti vacanti sia comparsa ora. I Dirigenti Scolastici delle varie scuole erano chiamati a trasmettere le necessità già ad Agosto. Chi ha mancato? Tutte le scuole di questa seconda tornata? Sono state loro a comunicare la richiesta in ritardo? Oppure l’USR ha lavorato le richieste tardivamente, creando, di fatto per questo motivo, tanto danno a tutto il comparto?

Il docente, infatti, spiega che se da un lato è l’aspirante supplente ad essere fortemente danneggiato, non va meglio alle singole scuole che in questi giorni hanno firmato contratti annuali con docenti inesperti, magari mai entrati in classe, con pochi titoli, preferiti a colleghi con anni di esperienza, master e dottorati di ricerca.

Caso quasi analogo lo testimoniano alcuni insegnanti appartenenti alle liste GPS di Catania “Al momento della pubblicazione delle disponibilità delle scuole, ad agosto, l’USP ha reso note le nuove graduatorie che dovevano contenere anche le modifiche dei punteggi di coloro i quali, a fronte di controlli, avevano subito modifica al proprio punteggio in base all’accertato possesso o meno dei titoli. Ma, in realtà, per molti la correzione non è stata effettuata e, a causa di questo errore, docenti che avrebbero dovuto subire il taglio del punteggio sono riusciti a ottenere una cattedra anche quest’anno”.

“Altra incongruenza a Catania è la mancata pubblicazione delle graduatorie incrociate per i posti su sostegno”, dichiara una docente neo-specializzata su quella classe di concorso la quale, pur essendo in prima fascia, si è vista sorpassare da chi, oltre a non avere un titolo adatto all’insegnamento su sostegno, possedeva un punteggio inferiore al suo.

Disagi anche a Siracusa dove i docenti lamentano molteplici errori e dove l’algoritmo in alcuni casi pare che sia risalito indietro pur saltando molte posizioni: l’opposto di quello che è successo a Palermo e a Catania.

“Nelle istruzioni della domanda GPS era specificato che i posti disponibili prima sarebbero andati alle Graduatorie ad Esaurimento (GAE), poi alle GPS di prima fascia, seconda fascia e incrociate su sostegno prima e seconda fascia, in realtà questo non è successo perché è stata data priorità alla scelta delle sedi piuttosto che al punteggio del singolo candidato”, dichiara indignata una docente catanese della classe di concorso A28 ,tra l’altro appartenente alle liste dei riservisti, quindi avente priorità a parità di punteggio con un altro candidato.

Un altro insegnante sottolinea quanto sia necessario rivedere tutto il sistema al più presto, altrimenti anche l’anno prossimo medesima sarà la sorte alla quale saranno destinati.

“ L’algoritmo deve tornare indietro e dare le cattedre a chi ne ha diritto, per i titoli posseduti, gli anni di esperienza e il merito”.

Non diverse sono le testimonianze da parte degli insegnanti della scuola Primaria e di Infanzia, molti dei quali precari storici inseriti da più di vent’anni in GAE. Anche loro si uniscono ai reclami dei colleghi della scuola secondaria sottolineando l’iniquità del trattamento, oltre al fatto di avere dovuto scegliere le sedi per posto comune al buio. In pratica, un ulteriore passo indietro rispetto al passato quando, almeno con le assegnazioni in presenza, il candidato si trovava di fronte le varie possibilità e poteva scegliere se operare una preferenza o rinunciare alla cattedra, in totale trasparenza.

Per concludere, molti docenti concordano sul fatto che l’idea alla base dell’algoritmo era buona e avrebbe potuto funzionare perfettamente. Il problema , più che l’algoritmo in sé, è il modo in cui esso è stato impostato e messo in atto dai vari uffici scolastici regionali.

In un mondo ideale la lista delle cattedre vacanti sarebbe dovuta comparire ancora prima della compilazione della lista delle preferenze da parte degli aspiranti supplenti, cosa che in molte sedi non è accaduta. A fronte di questi motivi l’algoritmo poteva ricominciare l’assegnazione dal docente con il punteggio più alto in attesa di cattedra che invece, una volta sorpassato, è stato considerato rinunciatario senza nemmeno essere stato preso in causa.

Il problema, insomma, non è stata la tecnologia, ma il modo in cui questa è stata applicata.

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