In classe con 36 alunni. Per la dirigenza non ci sono problemi: “È un arricchimento”

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Fa discutere la formazione di una classe di 36 alunni a Sassuolo, in provincia di Modena. All’Istituto tecnico economico “Baggi”, come ha rivelato Stefania Piscitello sulla Gazzetta di Modena, durante le ore di spagnolo alcune classi vengono divise e unite ad altre, come succede in tutti gli istituti che hanno classi articolate. Solo che stavolta il numero degli alunni, decisamente alto, ha fatto storcere il naso ai genitori, preoccupati per il Covid oltre che per la didattica.

A rasserenare gli animi ci pensa però la dirigenza dell’istituto superiore, uno dei tanti che animano la vita scolastica della città della piastrelle, secondo cui la situazione è sotto controllo. Anzi, si sostiene da parte della scuola, stando a quanto riferito dal giornale, che il sovraffollamento non solo non desta alcuna preoccupazione, visto che la classe, nei momenti in cui si arriva al numero di alunni citato, è stata allestita all’interno di una grande aula che favorisce non solo il distanziamento richiesto ma anche il ricambio d’aria.

Ma anche che tale sovraffollamento può essere un’occasione di arricchimento per gli studenti e le studentesse. La cosa, come detto, non è stata gradita dai genitori. “Da lunedì – racconta una mamma alla Gazzetta – l’insegnante di spagnolo è assente. Nella classe di mia figlia normalmente sono 29. Nell’ora di spagnolo i ragazzi vengono divisi tra chi studia spagnolo e francese. I primi, che sono sedici, vengono a loro volta divisi. Per fare un esempio, otto di loro sono stati inseriti in un’altra classe che conta 28 alunni, andando a formare un nucleo di 36 persone”.

A questi si aggiungono i due insegnanti che fanno lezione in aula, quello curriculare e l’esperto. Lo staff della dirigenza, come detto, invita a non creare allarmismi né a preoccupazioni ritenute prive di fondamento: “È vero che c’è un gruppo classe più numeroso – spiega al giornale la professoressa Francesca Bettini, vicepreside – ma è stato studiato nei minimi dettagli. Abbiamo questa classe sperimentale di spagnolo che seguendo le normative Covid abbiamo inserito in due aule molto ampie allestite appositamente. Quella evidenziata come criticità, ossia il mescolamento tra varie sezioni, è una cosa che noi possiamo vedere come una potenzialità». Il vicepreside Carlo Cigliana sottolinea lo stato di sicurezza in cui si opera: “Sono sempre gli stessi ragazzi e teniamo sotto controllo il tracciamento. Fino ad ora non si è ammalato neppure un ragazzo in classe”.

La dirigente scolastica Mariacristina Grazioli ribadisce che i genitori il 9 settembre avevano ricevuto un piano scuola dettagliato “in cui abbiamo spiegato gli interventi che avremmo fatto didatticamente. Le articolazioni dei gruppi sono sempre fatte nell’ambito delle precauzioni Covid”. Che la situazione sia tranquilla – a dispetto della numerosità degli alunni, che ha fatto comprensibilmente gridare alla classe pollaio – è confermato dall’Rspp dell’istituto, Pasquale Falconetti: “I locali – tranquillizza il professore – sono arieggiati prima e dopo le lezioni e gli studenti mantengono sempre le stesse postazioni. Vengono usati spazi ampi, aula magna e un laboratorio. Nessuno ha messo i ragazzi in qualche luogo insalubre”.

Intanto il dibattito si è trasferito sul web, con prese di posizione favorevoli e critiche: “Ma 36 in una classe cosa possono mai imparare? Ottimo sapere che sono rispettate le norme anti Covid, ma il diritto all’istruzione è egualmente rispettato?”, ci si chiede da una parte. E’ invece “un regresso da parte degli insegnanti che non sanno insegnare e non riescono a reggere tanti alunni tutti insieme”, è la critica di segno opposto: “Troppi compiti da correggere, scherziamo?”, ci si chiede da un’altra prospettiva, decisamente poco riconoscente verso il lavoro dei docenti.

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