Concorsi docenti, il Ministero prepara cinque selezioni: tempi e regole incerti. Anief: serve il doppio canale

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Il Ministero dell’Istruzione sta lavorando all’allestimento dei concorsi per portare in cattedra almeno 80mila nuovi insegnanti: tre dovrebbero avviarsi entro la fine del 2021, gli altri nel 2022.

L’amministrazione sta lavorando sotto traccia, con alcuni Uffici scolastici regionali, come l’Abruzzo, che hanno chiesto alcuni giorni fa “di procedere all’aggiornamento della ricognizione delle aule informatiche presenti nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”.

 L’idea di base dei nuovi concorsi ordinari, seguendo anche le indicazioni del Recovery Plan, prevede una selezione per titoli culturali e servizio svolto e una prova computer based: da questa fase si ottiene una graduatoria di vincitori a cui saranno assegnati i posti scoperti.

Al termine del primo anno di formazione e prova, è prevista una prova finale per la conferma in ruolo sullo stesso posto, che sarà obbligatoriamente lo stesso per i primi tre anni. Siamo però ancora nell’ambito delle ipotesi: tutto rimane avvolto nel silenzio.

Secondo Marcello Pacifico, leader dell’Anief, “gli accadimenti degli ultimi anni hanno dimostrato che i concorsi non bastano a garantire la continuità didattica e a cancellare il precariato che lo scorso anno ha portato tra le 200mila e le 250mila supplenze. Assieme alle selezioni tradizionali, trovandoci in un contesto formativo pubblico che si regge proprio grazie ai precari, occorre fare un bagno di realtà e introdurre quel doppio canale di reclutamento che in passato ha prodotto risultati egregi: considerando le attuali graduatorie, in questo modo si permetterebbe di assumere dalle GPS da prima e seconda fascia, senza imporre vincoli e dando così pure una risposta alla Commissione UE che sta valutando la procedura di abuso del precariato in Italia, in spregio alla Direttiva 70/99, nonché al Comitato europeo per i diritti sociali che ha già accolto il reclamo collettivo Anief 146/2017”.

TUTTI I CONCORSI DA FARE

Sono diverse le procedure selettive in arrivo per diventare insegnante di ruolo nella scuola pubblica. A partire dal concorso ordinario infanzia e primaria, sia per posti comuni che di sostegno, introdotto con il DD n. 498 del 28 aprile 2020, le cui candidature sono state inviate entro fine luglio dello stesso anno; del concorso ordinario secondaria I e II grado bandito con  Decreto Ministeriale n. 201 del 20 aprile 2020 e le cui domande sono state presentate entro il 31 luglio 2020; è attesa quindi una nuova procedura Stem, come quella svolta la scorsa estate per circa 6mila posti; c’è pure il concorso straordinario per l’abilitazione previsto con DD n. 497 del 21 aprile 2020, per il quale un mese fa  il sottosegretario Barbara Floridia ha comunicato di aver sollecitato il Ministero.

LA PROCEDURA STRAORDINARIA

Tra le selezioni dei docenti in arrivo, si prevede anche un nuovo concorso straordinario per docenti con tre anni di servizio,  così da assegnare i posti residui delle assunzioni effettuate in via ordinaria (da GaE e GM concorsuali) e straordinaria (da GPS prima fascia ed elenchi aggiuntivi), fatto salvo l’accantonamento dei posti destinati ai concorsi ordinari scuola dell’infanzia/primaria e secondaria, banditi rispettivamente con DD n. 498/2020 e DD n. 499/2020 ma non ancora espletati:  l’accesso sarà riservato a chi ha svolto almeno “tre annualità anche non consecutive negli ultimi cinque anni scolastici nella statale“. Di questi tre anni, uno deve essere specifico: ci sarà una prova disciplinare per chi parteciperà al concorso e dovrebbe svolgersi entro il 31 dicembre 2021. Ma il tempo stringe.

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