Covid scuola, il problema dell’aerazione nelle aule resta. Il fisico Ferretti: “Così non c’è sicurezza. Con l’aria pulita gli studenti si concentrano meglio” [INTERVISTA]

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Dopo oltre 1 anno e mezzo ancora la scuola deve fare i conti con il covid. La situazione da certi punti di vista non è più come quella del marzo 2020 e nemmeno del precedente anno scolastico. Con il vaccino, sicuramente, qualcosa è cambiato e infatti, dopo poco più di un mese dall’inizio delle lezioni, si registrano ancora focolai e chiusure ma certo la situazione non è catastrofica come in passato. Eppure, molti degli antichi problemi persistono e i protocolli ministeriali non convincono docenti, dirigenti scolastici e genitori.

Come abbiamo riportato nei giorni scorsi, nessun “effetto scuola” sui contagi Covid. Il temuto rialzo dei casi con il ritorno in presenza sui banchi di tutta Italia di milioni di studenti, al momento non c’è stato.

Nessuna impennata dei casi, dunque, dato ancora più significativo se rapportato a quello di un anno fa di questi tempi, quando eravamo ancora in un’era pre-vaccino (e pre-green pass): intorno al 6-7 ottobre nel 2020 i casi e l’incidenza si impennarono, salendo da poche centinaia a oltre 6mila per schizzare a novembre a quota 40 mila al giorno, e portando con sé l’inevitabile boom di ricoveri e poi di decessi.

Ma ciò non significa che tutto fili liscio. Anzi. Lo sa bene il Comitato Idea Scuola, che tramite una nota inviata agli organi di stampa, manifesta la sua preoccupazione in merito alla mitigazione delle norme che evitano il rischio contagio da Covid-19 nelle aule scolastiche.

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Fra i sostenitori di tali preoccupazione c’è anche Alessandro Ferretti, fisico dell’Università di Torino, che ad Orizzonte Scuola spiega i motivi per cui da un lato non bisogna abbassare la guardia nelle suole e dall’altro invita ad agire in una prospettiva non più emergenziale ma strutturale.

A scuola moltissimi non sono vaccinati, perchè in molti ancora non si possono vaccinare e la campagna non protegge i bambini sotto i 12 anni. Fino ad ora con le mascherine si riesce ad arginare il problema. Ecco perchè sarebbe un errore toglierle adesso, come è stato ipotizzato nei giorni scorsi“.

In effetti, prima è arrivato un appello del pedagogista Daniele Novara: “almeno vanno tolte le mascherine in classe. Si perde il volto e il volto è tutto. Gli adulti dovrebbero considerare che le restrizioni sui bambini hanno un valore dieci volte superiore rispetto all’età adulta”.

E proprio ieri, una richiesta formale proveniente dalla provincia autonoma di Bolzano, che ha evidenziato al ministro Bianchi la possibilità di un allentamento delle misure per gli studenti risultati negativi al test anti-Covid, garantendo loro la possibilità di frequentare le lezioni in classe senza obbligo di indossare la mascherina.

Il problema, però a detta del fisico Ferretti, che è associato al Cern, è principalmente uno: l’aerazione.

Le classi sono molto male areate. Per uscire da questa logica emergenziale la cosa migliore sarebbe quella di investire nella qualità dell’aria, non solo per il covid ma anche per altre epidemie o malattie, come l’ influenza. Una buona ventilazione può ridurre le possibilità di contrarre il covid. Oggi il ricambio d’aria è insufficiente nelle classi. Anche solo per la Co2 presente“.

Peraltro, Ferretti evidenzia un aspetto importante che riguarda la qualità dell’aria: “con l’assenza di un quantitativo ottimale di ossigeno viene a diminuire la lucidità. Questo vuol dire che avere una buona aria in aula porta ad un miglioramento delle capacità di concentrazione per gli studenti“.

Anche gli insegnanti rischiano in tale situazione e l’appello del Comitato Idea Scuola prende anche questo aspetto in considerazione. Nelle ultime ore è arrivata la proposta del sindacato Uil Scuola di mettere come prioritario la somministrazione della terza dose di vaccino agli insegnanti. Soluzione che ovviamente dovrà essere valutata dal Ministero della Salute.

Alessandro Ferretti, pur non bocciandola in assoluto, preferisce altri interventi, sempre in prospettiva non emergenziale: “gli studi sulla terza dose sono in evoluzione. Tuttavia, a mio parere, intanto si potrebbe optare per una mitigazione a lungo temine, tipo quella di investire sui microfoni agli insegnanti, che andrebbero a ridurre la diffusione dell’aerosol e dunque aumentare la sicurezza in aula per loro e gli studenti“.

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