Mobilità 2022/2025, verso il rush finale: i sindacati vogliono l’eliminazione dei vincoli. Il Ministero può procedere con atto unilaterale. Le ipotesi

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Domani, martedì 25 gennaio, potrebbe anche arrivare la parola fine alla trattativa per il rinnovo del CCNI del mobilità docenti, ATA e personale educativo. Dall’ultimo incontro emerge però ancora distanza: le organizzazioni sindacali chiedono l’eliminazione dei vincoli di mobilità previsti per il personale. L’amministrazione, per conto suo, non sembra intenzionata a cogliere tale indicazioni. La conclusione, a questo punto, potrebbe avere risvolti insoliti per una trattativa contrattuale.

Nel corso dell’ultimo incontro fra organizzazioni sindacali e Ministero, sembra essersi creato un solco fra i primi che hanno chiesto l’eliminazione dei vincoli di trasferimento previsti e l’amministrazione, che non sembra fare passi indietro: i tecnici ministeriali hanno affermato infatti che non c’è nessuna possibilità di apertura di un tavolo contrattuale che possa modificare quanto presentato dal Ministero e rappresentato, invece, l’intenzione di far iniziare la mobilità per la fine di gennaio.

Ipotesi atto unilaterale

Fra le ipotesi in ballo, dunque, c’è quella dell’atto unilaterale da parte di viale Trastevere, che quindi non tenga conto dell’approvazione sindacale.

Atto previsto dal decreto legislativo 165/2001, ricorda Italia Oggi, che prevede appunto come nel caso in cui non si raggiunga l’accordo con la stipulazione di un contratto collettivo integrativo, l’amministrazione per non far pesare il tempo della trattativa sulle azioni amministrative, può procedere autonomamente con un’ordinanza.

Tuttavia, la trattativa non sarebbe in questo modo esaurita ma il Ministero, se dovesse esserci tale scenario, dovrebbe fare in modo di arrivare alla sottoscrizione di un vero e proprio accordo, anche successivamente l’atto unilaterale. D’altronde, il CCNI ha validità triennale dunque, ci sarebbero tre anni per ritentare con i sindacati.

Resta però da capire se all’incontro di domani il Ministero porterà ai sindacati un testo leggermente rivisto oppure identico a quello già presentato la scorsa settimana.

Le possibili novità

Dalla bozza che il Ministero dell’Istruzione ha fornito ai sindacati, emergono comunque due novità: una riguarda un’ulteriore stretta sui vincoli e l’altra per quanto riguarda i posti di sostegno.

Sui vincoli, se il CCNI concernente la mobilità del personale docente, educativo ed A.T.A triennio 2019/22, recependo quanto pattuito nel CCNL 2016/18, aveva già previsto un vincolo di permanenza nella scuola in cui si è trasferiti per tre anni scolastici, ma questo riguardava esclusivamente i docenti soddisfatti tramite preferenza analitica, ossia su una delle scuole espresse o trasferiti nell’ambito del comune di titolarità, con la proposta ministeriale per il 2022/2025, il blocco triennale di permanenza si applica a tutti i docenti trasferiti, a prescindere dalla preferenza in relazione alla quale si è stati soddisfatti, dunque sia preferenze analitiche (scuole) e nel comune di titolarità, che per quelle sintetiche (comuni e distretti).

L’altra proposta del Ministero presentata ai sindacati è quella di “spostare” la richiesta di movimento da posto di sostegno a materia nella III fase dei movimenti, quella dei trasferimenti interprovinciali e dei passaggi di ruolo e/o di cattedra, seguendo le relative regole e ALIQUOTE.

L’intenzione ministeriale, dunque, sarebbe quella di trattare il posto di sostegno come una normale classe di concorso e dunque farla rientrare nella mobilità apposita, sottoponendola al vincolo delle aliquote. Potranno cioè essere concessi tutti i passaggi fino a saturazione dei posti, non oltre.

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