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Contributi lavoratori pubblici ex Inpdap, sanatoria e prescrizione, novità

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I lavoratori pubblici che sono stati penalizzati dal passaggio da Inpdap a Inps, godono di una salvaguardia maggiore con le novità del decreto Milleproroghe.

Importanti novità in arrivo per i dipendenti pubblici con il decreto Milleproroghe. Escono fuori novità riguardanti la prescrizione e la sanatoria dei contributi omessi per i lavoratori del pubblico impiego.
Parliamo dei contributi previdenziali non versati ai dipendenti pubblici a seguito di trasloco da Inpdap a Inps.
Una situazione non certo rara, che interessa molti lavoratori.

Sanatoria più lunga per contributi omessi

Sanatoria più lunga e quindi periodo più lungo per mettere a posto la situazione per quelle omissioni di contributi che sono ormai caduti in prescrizione.
È il decreto Milleproroghe ad introdurre questa novità che riguarda le Amministrazioni pubbliche chiamate a mettere a posto la situazione di quei lavoratori che sono stati pesantemente penalizzati nel momento che ci fu il trasloco da Inps a Inpdap.

Ma novità delle novità è l’allargamento di questa salvaguardia anche ai Co.Co.Co (collaboratori coordinati e continuativi).

Cosa cambia per molti dipendenti pubblici

Più contributi significano più pensione, questo deve essere chiaro per capire la bontà della novità fuoriuscita dal nuovo decreto Milleproroghe.
I contributi previdenziali, ma anche quelli assistenziali, cadono in prescrizione in cinque anni. In pratica, se non si interviene in un lustro, i contributi omessi vengono persi. Questo vale sia per i lavoratori del settore privato che per i dipendenti pubblici.

Lo prevede la normativa vigente, cioè la legge n° 335 del 1995, precisamente l’articolo n° 3.
Ma per le contribuzioni dei dipendenti del pubblico impiego c’è stata una sanatoria per tutti i periodi antecedenti il 31 dicembre del 2015. Il decreto Milleproroghe amplia la sanatoria ai versamenti omessi fino al 31 dicembre 2017.

Una sanatoria decisiva questa per le pensioni di molti lavoratori pubblici. Infatti grazie a questa estensione della vecchia salvaguardia si è data facoltà alle amministrazioni, di versare tutti i contributi omessi e antecedenti il 2017, che per evidenti ragioni temporali, vanno in prescrizione entro la fine del 2022.

La sanatoria che può essere sfruttata entro la fine del 2022, concede alle amministrazioni la giusta e adeguata alternativa alla costituzione della rendita vitalizia, anche quest’ultimo uno strumento utile a recuperare la contribuzione ormai caduta in prescrizione.

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