Stipendi, Pacifico (Anief): 100 euro di aumento con circa 1900 di arretrati. Non bastano, chiediamo indennità. Mobilità? Questo contratto non s’ha da fare [INTERVISTA]

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Oggi il tavolo tra sindacati e ministero sulla mobilità. Anief non partecipa ai tavoli sulla mobilità “perché non abbiamo firmato il precedente contratto. Per colpa di una norma ingiusta viene privato un sindacato rappresentativo dalla partecipazione al tavolo”, spiega a Orizzonte Scuola Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato.

Si va verso l’accordo sul contratto mobilità. Qual è la vostra posizione?
Noi siamo convinti che questo contratto non si deve firmare: bisogna eliminare ogni vincolo anche nell’assegnazione provvisoria e poi bisogna eliminare la percentuale restrittiva delle quote dei trasferimenti. Va garantito il principio alla famiglia.

Chiedete l’abolizione dei vincoli?
Il superamento dei vincoli. Il vincolo di per sé non ha senso perché non è legato alla continuità didattica, come molti sostengono. Il concetto di continuità didattica dovrebbe essere legato allora all’alunno che non potrebbe essere mai bocciato. Dai dati dei trasferimenti dell’anno scorso è inoltre emerso che non c’è stato un grande trasferimento dal nord al sud.
E poi gli organici: la metà di fatto sono su posti liberi in organico di diritto ma non vengono dati per le immissioni in ruolo. E ancora purtroppo continuano a esserci diversificazioni in base all’anno di assunzione.

Si va verso l’ipotesi delle domande da metà febbraio
È un momento infelice perché si presentano anche le domande per la presentazione delle liste Rsu, dal 1° febbraio. Siamo in un momento in cui è persino difficile entrare a scuola a causa della pandemia. La firma dell’accordo è vicina e per il prossimo triennio rimarranno i vincoli. Per l’assegnazione provvisoria, in quanto annuale, parlare di vincolo triennale è un controsenso, una illogicità manifesta.
Tra le altre cose, va a ridurre il potere contrattuale dei sindacati. In passato, neanche dieci anni fa, c’era almeno la deroga nelle assegnazioni provvisorie per poter far ricongiungere le famiglie ai bimbi sotto i 12 anni. Il fatto che non se ne parli e che non si parli neanche di assegnazioni temporanee, come avviene nel resto del pubblico impiego, significa che questo contratto non s’ha da fare. Se noi fossimo al tavolo, diremmo al ministero di fare un’ordinanza che poi impugneremo perché non ci sono le basi per garantire i diritti costituzionalmente protetti.

Non firmereste quindi l’accordo?
Per come è scritto no.

Il 1° febbraio siete convocati per il rinnovo del contratto. Cosa vi aspettate?
Finalmente il ministro ci ha convocato. In questo contratto si devono modificare alcuni punti fondamentali sulla parte economica e giuridica, a partire da un riconoscimento delle indennità specifiche per il personale: di sede, di servizio per chi è precario, di rischio biologico, rischio burnout.
E poi si devono rivedere le norme che riguardano la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo. Vanno inoltre rivisti i profili del personale ATA, dal collaboratore scolastico al Dsga. Vorremmo anche eliminare il vincolo della temporizzazione e riscrivere le regole sulla ricostruzione di carriera per garantire per intero il servizio pre ruolo, ripristinando il primo gradino stipendiale che è stato abolito.

Quanto agli aumenti stipendiali?
Gli aumenti stipendiali saranno intorno a una percentuale del 4%, superiore a quella del precedente contratto, che renderà l’elemento perequativo parte integrante dello stipendio e porterà in media più di 100 euro lordi in busta paga con 1200 euro di arretrati del 2021 e circa 700 euro di arretrati complessivi per il 2019 e 2020. Gli stipendi aumenteranno di 1/12 rispetto a quelli attuali. Si resta comunque sotto rispetto all’inflazione. Il costo della vita è aumentato di 14 punti. Si devono insomma recuperare altri 200 euro mensili.

Perché non siete d’accordo con un’ulteriore rinvio delle elezioni Rsu?
A differenza dell’anno scorso i luoghi di lavoro sono aperti. Saremmo disponibili a votare ai primi di maggio quando la curva dei contagi, si ipotizza, si sarà abbassata. Per noi è importante che si voti. In questo momento di crisi, non deve andare in crisi il sistema democratico. Ai lavoratori deve essere data la possibilità di poter esprimere la propria preferenza nella scelta della rappresentanza sindacale. Questo si chiama semplicemente democrazia.

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