Stipendi, le supplenze valgono come il servizio di ruolo: a Fermo il giudice condanna il Ministero e risarcisce un docente con quasi 5mila euro

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Anche nelle Marche passa la linea della parità di trattamento del personale precario della scuola rispetto a quello di ruolo: a sancirla è stato il Tribunale del Lavoro di Fermo, che ha risarcito un insegnante del posto con 4.766 euro come indennizzo per la mancata considerazione degli aumenti stipendiali derivanti dai periodi di servizio svolti come supplente.

Il giudice ha disposto che l’insegnamento di tutto il periodo pre-ruolo concorre “all’esatta ricostruzione della carriera, all’inquadramento nella corrispondente fascia stipendiale e al pagamento delle differenze retributive”.

Anief ribadisce che questa posizione dei giudici sta trovando spazi sempre più consistenti nei nostri tribunali, come in quelli transnazionali: è recente la pronuncia favorevole del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a proposito della denuncia di Anief già accolta dal Comitato europeo dei diritti sociali sulla esigenza di equiparare il lavoro precario a quello a tempo indeterminato e cancellare l’abuso di precariato. È sempre possibile ricorrere giudice del lavoro per ottenere il recupero degli scatti stipendiali del periodo pre-ruolo come docente e Ata: il ricorso può essere presentato sia da lavoratori precari che da dipendenti già di ruolo.

Inoltre, è sempre possibile ricorrere per vedersi riconosciuto il diritto all’integrale ricostruzione di carriera commisurata agli effettivi anni di servizio non di ruolo e per ottenere immediatamente il corretto inquadramento stipendiale. Anief, infine, mette a disposizione di tutti i dipendenti scolastici un Calcolatore online che gratuitamente, in pochissimi minuti, quantifica il recupero delle differenze retributive. Le somme da recuperare, attraverso il ricorso al giudice, variano in media da 1.000 a 40.000 euro, con punte di centinaia di migliaia di euro non assegnati.

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